lunedì 27 aprile 2009

Silenzio stampa

Ho il pc guasto. Non so neanche se riuscirò a caricare questo post; oggi lo porto finalmente ad aggiustare. Ho un sacco di cose da scrivere, ma poco tempo: potrebbe piantarsi per l'ennesima volta.
Nel frattempo, spero che Berlusconi non ne faccia troppe. oltre che dispiacermi per il fatto che il risultato ricadrà su tutti noi, non tollererei di non poter dar voce ai miei pensieri sul blog.
Arrivederci, dunque. Spero il prima possibile.

mercoledì 15 aprile 2009

Chi vuol esser Symbelminario


Sono stata citata come quarto posto nel premio Symbelmine da Tic nel suo bel blog http://tic-talkischeap.blogspot.com/; lo sono immeritatamente; in mezzo a quel bel gruppo di politicanti colti ironici sarcastici intellettuali caustici non sono che una principiante ignorante, ma non sembra che ci facciano molto caso.
Ho anche scoperto, poi, (dopo aver scoperto che esiste il suddetto premio, una sorta di catena di sant'antonio onorevole) di dover segnalare, per dovere morale e cortesia, altri sette blog.
Ci ho messo tanto e un motivo c'è: non sono una gran frequentatrice di blog né di internet; mi limito, quando ho tempo e il pc non è monopolizzato da M., a scrivere qualcosa di mio, a programmare lezioni e verifiche e a fare ricerche.
Così, dopo molto cercare senza realizzare, ho deciso di ammettere la pura verità: non ho sette blog da segnalare e buttarne a casaccio tanto per far numero non mi pareva carino. In più la maggior parte dei blog che seguo con interesse sono stati segnalati già dal suddetto Tic, o sono (è) quello di Tic stesso.
Come fare?
Segnalerò quello che posso e prometto che, il giorno in cui mi imbatterò in altri blog secondo me degni di menzione li segnalerò man mano. Una specie di Symbelmine diluito, insomma.
Il primo blog che mi viene in mente è quello di D., la mia migliore amica:
http://nonmancapiunessuno.blog.kataweb.it/. Racconta con asciutta ironia e sentimento una fetta della sua vita importante ed è assolutamente da leggere dall'inizio, anche perchè altrimenti non si capisce chi siano quegli strani personaggi (inutile dire che ci sono anch'io)che lo popolano. In realtà è congelato e concluso già da due anni, ma questo gli dà una compiutezza composta. Suo marito, di recente, gliel' ha fatto stampare sotto forma di libro e gliel'ha regalato per l'anniversario. Spero sempre che ne apra un altro, prima o dopo.
Segnalo, poi, il blog di un pazzoide molto poco politically correct che mi ha segnalato tempo fa il mio amico S. (quello che nella foto della Provenza fa la faccia da cavallo), http://comablog.splinder.com/
Ultimamente mi sto dando anche ai blog che danno meno stimoli al puro intelletto e più ai sensi, soprattutto vista e gusto (almeno per induzione): mi piacciono il blog di Stella http://stelladisale.blogspot.com/, costantemente in contatto con la natura e le piccole cose che riempiono l'esistenza, e quello di Amatamari,
http://amatamari.blogspot.com/in cui una foto è occasione per lasciare spazio all'immaginazione e alle sensazioni più spontanee.
Vorrei citare anche il blog di Annarita, http://lamaestravisaluta2.blogspot.com/, un'instancabile indefessa che inserisce quasi ogni giorno materiali didattici utili a chi insegna alle elementari. Non sono una maestra fanatica, ma capita che qualche volta le mie risorse creativo-didattiche siano alla frutta, e lì trovo quasi sempre qualcosa da prendere almeno come spunto.

Per ora mi fermo. Girando per la rete ci sono cose incredibili, ma secondo me vanno segnalati i blog a cui facciamo più spesso riferimento quando abbiamo il mouse libero, e questi sono i miei (Tic e Luciano e Adespoto ed eccecc esclusi).
Ne arriveranno altri; spero di non ricevere un castigo virtuale dal signor Symbelmine dopo la mia infrazione delle regole...

Eredità


Dopo un viaggio o una vacanza, spesso si tende per qualche tempo a riprodurre certe sensazioni o abitudini del luogo in cui si è stati o, come minimo, si hanno le scorte degli acquisti alimentari fatti in loco da consumare.
Ricordo che, dopo aver scoperto il mais in una vacanza in Corsica da bambina, ho voluto insalata col mais per mesi. Mia madre compra mais ancora adesso e lo consuma spesso.
Dopo il mio ritorno dall'India ho mangiato pomodori conditi, il mio primo alimento una volta arrivata a casa, con le mani.
Ogni volta che siamo tornati dai paesi nordici mi sono ostinata a portare maglioni e sciarpe, anche se qui si scoppiava dal caldo.

Tornata dalla Provenza, la mia casa si è cosparsa di tracce odorose: il profumo ai fiori d'arancio persiste in bagno nonostante sia in un flacone chiuso e il mazzo di lavanda secca che ho messo in un vaso contamina ogni odore che esca dalla cucina anche se non è in cucina.
Non contenta, ho deciso, in un moto d'impeto di ordine tutto francese, di risistemare gli innumerevoli barattoli di tè e spezie sul ripiano in cui erano affastellati, di riempire il corridoio di piante e, non ultimo, fare la marmellata di pere, mele, limone e cannella che avevamo mangiato due o tre anni fa in un'altra vacanza in Provenza (in cui non aveva piovuto ma, essendo gennaio, si gelava e quindi le condizioni meteo erano comunque avverse). Avevamo cenato con pane e marmellata dalla disperazione e ci era sembrata nettare degli dei.
L'ho fatta a casaccio, come al mio solito. Per completare lo spirito francofono, ho corredato i barattoli di etichette vezzose, nonostante io detesti le cose vezzose.
Risultato: la marmellata era perfetta.
Peccato che la marmellata non mi piaccia granchè.

La morale della favola è che le cose, le case, le usanze, gli alimenti stanno bene e hanno il gusto e l'aspetto migliori nel loro posto d'origine, altrimenti, decontestualizzati, perdono il loro senso d'esistere.
Io lo so bene, solo che non posso farne a meno: devo esportare qualcosa, almeno per un po'. Se la prossima estate dovessi andare in Portogallo, come vorrei, il minimo sarà ascoltare fado per tutto l'autunno successivo.
Non oso immaginare cosa farei dopo una vacanza in Africa o in Giappone.



martedì 14 aprile 2009

Provence!... Oh, la pluie.

Partita, stata, tornata.
Tre giorni in Provenza con M., nel pieno delle vacanze di pasqua.
Abbiamo prenotato una camera in una zona dove eravamo già stati e non ce ne siamo accorti, ma è stato molto divertente. Il posto era bellissimo: tetti, porte, ciliegi (o mandorli?) in fiore, corvi degni di quadro di van gogh, prati fioriti di giallo, iris e tulipani ovunque, profumi e mercati carichi di colori, caffé deliziosi (non quelli nella tazzina, ma si sa).
Purtroppo le foto rendono poco l'atmosfera di questi tre giorni: l'elemento costante infatti è stata, come in ogni nostra vacanza, la pioggia.
E' piovuto nel viaggio di andata.
E' piovuto la prima notte.
E' piovuto il giorno dopo.
E' piovuto la seconda notte.
Poi, sono arrivati i nostri amici S. e M., che sono incinti di una bambina, ed è arrivato il sole.
Giusto il tempo di fare un po' gli scemi...

Quindi siamo ripartiti per tornare a casa.

(Comunque, tanto per essere precisa:
è piovuto spesso nella nostra prima vacanza in Norvegia.
E' piovuto tutte e due le volte che siamo andati in Corsica.
E' piovuto ogni giorno in Svezia la scorsa estate.)


venerdì 10 aprile 2009

Senza parole(o, meglio, poche)

Oggi funerali di stato.
Un dolore inaudito.
Non ci sono parole.
Bare su bare su bare.

Ma Qualcosa ha dato un colpo di grazia in più alla situazione penosa.
Lo speciale in tv, con cronisti che non sapevano cosa dire.
La carrellata continua sulle bare e, soprattutto, sulle facce di chi aveva dei morti lì in mezzo.
Le preghiere cattoliche (ma non erano funerali per tutti?), con un brevissimo intermezzo islamico, la presenza incombente del clero.
Berlusconi, contrito, con le mani giunte davanti alla faccia, come uno scolaretto che ha appena imparato le preghiere.
Berlusconi che piange, soffre, si commuove.
Ha detto che offrirà le sue ville per ospitare i terremotati.

Guarda caso, il papa non c'era.
Santo subito, non c'è che dire.



giovedì 9 aprile 2009

rettifica


Rettifico. Sono già scocciata di vedere giornalisti che si intrufolano nelle tende dei poveri sfollati, che ripetono e ripetono le prime scene del post-terremoto, intervistano bambini contenti di non andare a scuola e che incensano Berlusconi per il suo lavoro di missionario e benefattore. Basta. Non se ne può più. Nemmeno del colonnello Giuliacci che parla ammiccante del tempo in Abruzzo e delle trasmissioni Mifaccioicazzideglialtri piene di conduttori fintamente commossi. Vorrei sapere, ad esempio, cosa c'è andata a fare la Gelmini. Se non avessero versato già tutte le loro lacrime e speso tutte le energie l'avrebbero presa a sassate. Forse è andata lì per questo.
Che smettano con le immagini e le cazzate retoriche e facciano qualcosa, trovino i responsabili di costruzioni e speculazioni edilizie e si muovano a ricostruire.
Viva l'azione efficace, chirurgica e giusta. Abbasso il blablabla.

martedì 7 aprile 2009

Inquietudini e premonizioni


Ultimamente faccio sogni inquietanti, degni di un romanzo di Stephen King. Ieri, per esempio, ho sognato che mi trapiantavano la testa di un'altra donna e le mani di un uomo. Forse avevo avuto un incidente, non so, ma guardavo mentre mi facevano l'intervento e poi, una volta guarita, andavo in giro disperata, perchè quelle parti del corpo così importanti non avrebbero permesso agli altri di riconoscermi.
Stasera accendo la tv e sento che per la prima volta un uomo ha subito il trapianto del viso e delle mani. Questa cosa mi succede di continuo; ora, però, si è preoccupata la mia migliore amica D., perchè due notti fa ho sognato che la deportavano su un pullman granturismo.

Tanto per restare sull'onda dell'incubo, da un paio di giorni faccio brutti pensieri: sogno - ad occhi aperti, ma è un incubo - che berlusconi sta progettando più o meno segretamente di costruire a fianco alla vecchia L'Aquila terremotata un' Aquila Due o Tre, sosia della Milano 2 e Milano 3. Sarà per questo che ha rifiutato seccamente gli aiuti degli americani? Questo aiuto post-terremoto deve avergli ricordato gli aiuti post-bellici e le conseguenze del debito morale e non solo che l'Italia ha nei confronti degli Stati Uniti. Peccato che Obama sia troppo di sinistra per i suoi gusti, e che Berlusconi ultimamente si senta una specie di reincarnazione di Papa Woitjla munito di portafoglio...

Amarcord


Il video di Nick Drake mi ha fatto venire in mente i filmini in super 8 che i miei genitori mi fecero durante la prima metà della mia infanzia e che ora popolano un letterale cassetto del dimenticatoio. Erano gli ultimi sopravvissuti della vecchia tecnologia; mi sono informata per sapere se fosse possibile trasferirli su videocassetta, ma mi hanno detto che sarebbe costato troppo.
Le rare volte che vado a trovare i miei ed ho un bel po' di tempo a disposizione, mi capita di chiedere a mia madre di tirare fuori il proiettore e farmene vedere qualcuno.
Hanno uno strano fascino quelle immagini un po' troppo veloci, mute ma a colori. Per la maggior parte sono filmini di vacanze in Corsica o in Sardegna, in tenda, in cui, vestita con magliette di Capitan Harlock, sorrido sdentata o salto come in preda ad un morso di tarantola insieme al mio amico Andrea. L'anno in cui siamo andati in Sardegna i miei avevano preso in società con gli zii un camper ed al mattino io e lui ci svegliavamo nel letto della mansarda urlando (e svegliando tutti): "Chicchirichìììì! Galletto amburghese Vallespluga mezzo strozzato!!!.
Già, l'effetto precoce della pubblicità sui bambini.

Non mi ritengo un tipo vanesio, ma adoro rivedere quelle vecchie immagini. Forse è la vanità del passato, posto remoto e sempre migliore del presente, dunque intoccabile.
Lì, mi sembra che il tempo scorra lento lento e quasi si fermi, nonostante la velocità della pellicola.

Tic Moon

Solo piangere


Per una volta l'invasività, la prepotenza dei mezzi di comunicazione di massa sono stati -almeno per un po' - utili e in qualche caso umili. E' vero, sono pronta a scagliarmi costantemente contro la freddezza e la capacità di essere inopportuni e di parte dei giornalisti, ma questa volta l'informazione era necessaria.
Era necessario ed efficace vedere le immagini dei crolli, degli sfollati, sentire il pianto di un cronista.
Finalmente il giornalismo ha svolto la sua doppia funzione: quella di informare e quella di far provare vicinanza degli esseri umani nei confronti di esseri umani. Si chiama compassione, o anche empatia. Certo, è più facile sentirsi vicini e simili ai terremotati abruzzesi che alle popolazioni della Nigeria o del sud est asiatico, ma questo ci dovrebbe far capire che ogni tragedia è una tragedia, in quanto umana. Può capitare a tutti. I morti vicini sono più simili e magari più cari, ma sono morti come gli altri.
Questo non ci deve mettere paura, però, in preda ad assurdi allarmismi, ma far provare maggiore comprensione e solidarietà, visibile anche con gesti concreti. Solo allora la funzione del giornalismo è davvero riuscita.

Tra qualche giorno riprenderanno le speculazioni politiche, le accuse, la ricerca di responsabilità. Spero che, però, le coscienze che si sono risvegliate rimangano vigili.

Terremoto: i morti sono 179
Continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che ha devastato la zona dell'Aquila. I feriti sono oltre 1500, circa 70 mila gli sfollati. Disperso ex nazionale Under 19 di rugby. Altre scosse nella mattinata di oggi: l'ultima è stata avvertita anche a Roma

Un edificio crollato in Abruzzo, colpito nella notte da un terremoto di 5,8 della scala Richter. Ansa
L'AQUILA, 6 aprile 2009 - Una forte scossa di terremoto, 5,8 gradi della scala Richter, ha scosso alle 3.32 di questa notte tutto il centro Italia. L'epicentro in Abruzzo, non distante da L'Aquila. Il bilancio al momento è di 179 morti e migliaia di feriti. Centinaia di edifici sono crollati (parzialmente o del tutto), mentre gli sfollati potrebbero essere circa 70 mila. La situazione dei soccorsi è resa più difficile dalle continue scosse di assestamento, che rischiano di far crollare gli edifici già danneggiati.

Scossa di magnitudo 7,3 a Papua, nell'est. Ieri la terra aveva già tremato

Forte terremoto in Indonesia
Quattro morti, decine di feriti



GIACARTA - Almeno quattro persone sono morte e decine sono rimaste ferite a causa di una serie di forti scosse sismiche che hanno colpito il nord dell'isola di Papua, nell'est dell'Indonesia.

Intanto, il ministero della Salute indonesiano sta facendo il bilancio delle vittime e si contano i danni. Tra i morti, quattro, c'è anche una bambina di dieci anni. I feriti sono almeno una decina. Il portavoce della protezione civile indonesiana, Priyadi Kardono, ha detto che alcuni edifici sono rimasti danneggiati e che l'area è rimasta senza corrente elettrica. Il capo della polizia di Papua ha riferito che a Manokwari un hotel è in parte crollato e un magazzino per il riso è andato distrutto. Non si sa se ci siano vittime.

Sono state ore di paura nel Paese asiatico, che il 26 dicembre del 2004 fu colpito dal terremoto e dallo tsunami che uccise circa 230mila persone.

(4 gennaio 2009)

Terremoto Perù: Protezione civile, oltre 330 i morti

16 agosto 2007
È salito a 330 il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Perù. Il bilancio è destinato ad aumentare Lo ha riferito l’agenzia nazionale di Protezione civile.

06/10/2008 09:10
KYRGYZSTAN
Terremoto in Kyrgyzstan, più di 60 morti e un villaggio raso al suolo

Si cercano ancora i feriti a Nura, villaggio al confine fra Kyrgyzstan e Cina, distrutto dal sisma di magnitudo 6.6 che ha colpito ieri sera l’Asia centrale. La scossa è stata avvertita anche in Tajikistan, Uzbekistan e Cina, dove si sono registrati danni di lieve entità.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – È di più di 60 morti il bilancio ancora provvisorio del terremoto di magnitudo 6,6 che, domenica sera alle 21.52 ora locale (le 16.52 in Italia), ha devastato il Kyrgyzstan. Fra le zone più colpite dal sisma la provincia meridionale di Osh, al confine con la Cina, dove si cercano ancora i feriti (al momento 50) e comincia la conta dei danni, con interi edifici rasi al suolo.

Le squadre di soccorso sono ancora all’opera in cerca di sopravvissuti, rimasti sepolti sotto le macerie delle case crollate. Critica la situazione a Nura, villaggio sperduto sulle montagne nei pressi del confine fra Kyrgyzstan e Cina, elemento che complica ulteriormente le operazioni dei soccorritori. Il villaggio è stato letteralmente raso al suolo, si contano 50 feriti e 128 case andate distrutte: “La scena era impressionante – riferisce Kamchybek Tashiyev, Ministro per le emergenze e la protezione civile – non è rimasto in piedi nulla e sono moltissimi i feriti”.

L’area è spesso teatro di terremoti dalla portata devastante: nel 1966 la capitale dell’Uzbekistan, Tashkent, è stata colpita da una scossa di magnitudo 7,5 che ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa. Lo scorso agosto una scossa del sesto grado della scala Richter ha colpito la capitale uzbeka, ma non si sono registrati morti o feriti.

(...)