mercoledì 10 febbraio 2010

Neve e telefilm


Cominciamo coi luoghi comuni.

Cavolo, non ricordo un inverno così freddo.
Questa volta è vero, però. Dopo aver fatto per un paio d'anni un sogno ricorrente in cui guardavo cadere la neve dalla finestra, ecco l'anno della neve. Una settimana sì e una no, neve a go-go.

Potrebbe essere l'incipit di una canzone demenziale, ma è proprio così. Spesso al mattino mi ritrovo a raschiare il parabrezza con la carta family dell'ikea per liberarlo dal ghiaccio e la sera andiamo a letto con la borsa dell'acqua calda sotto le coperte. Sì che sono andata a vivere in campagna, ma sono a 75 metri sul livello del mare..

Il troppo stroppia, non se ne può proprio più.
Eppure domenica c'era un sole così caldo che nella veranda per un'ora ci sono stati trenta gradi. Da zero a 30 in dodici ore, un'escursione termica degna del deserto.

Oggi, che ho il pomeriggio semi-libero, dopo aver lavato il terrazzo lercio mi sono infilata in cucina, con la solita stufa accesa e caricata a tappo. Mi sono fatta ben due tè di seguito(non più alla rosa, ma neri col limone, che altrimenti mi si macchiano i denti) e ho acceso la tv. Matrigna di figli succubi o un po' ingrati, ma ogni tanto modesta intrattenitrice.
A metà pomeriggio la rai ripropina vecchi telefilm in mancanza d'altro, ma stavolta mi ha trovato favorevole. Ecco dunque iniziare, alle quattro e qualcosa, La signora del west.
E io mi attacco al televisore.

Lo so. Predico tanto di tv spazzatura e poi mi metto a guardare per la terza o quarta volta una serie dove una donna con poche capacità attoriali fa strusciare sulla sabbia del west selvaggio le sue vesti floreali con tanto di marito belloccio tra il rude e il figo, un po' sporco come piace a me ma molto etico e umanitario.

Non posso farci niente, l'unione di vita in campagna e ideali femministi mi affascina.

D'altronde non è l'unico telefilm che gradisco. Sono una seguace di Lost, lo sono stata di twin peaks, dei visitors, di heroes, di medium. Forse anche di qualcosa di molto meno dignitoso, ma non mi viene in mente.


Domani, a detta del colonnello Giuliacci, ci sarà la nevicata "forse maggiore della storia".
La carta Family non mi servirà stavolta.Spero non mi colga a quaranta km da qua. Molto meglio che ci seppellisca in nottata e ci permetta, domani, di star chiusi in casa, con la stufa, a farci delle pere di etico west.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il gatto

Con il mio trasloco nella nuova casa ho acquistato, senza saperlo, anche un animale. Ho sempre desiderato averne uno dopo la morte del mio porcellino d'india, una decina di anni fa, e del mio pesce Paco, una ventina. Però questa adozione forzata non è stata desiderata nè felice.

L'animale - renato - è piuttosto una bestia e di domestico ha veramente poco.
Nei paesi di campagna, si sa, girano tanti gatti. Qualcuno li nutre e li cura, ma sono per la maggior parte gatti di campagna. Di quelli che cacciano topi e miagolano alla luna.
Quando, a ottobre, ho cominciato a dare il colore ai muri, avrei dovuto intuire che tra i vari gatti che giravano sul terrazzo ce n'era uno con troppe pretese. Tentava di entrare e non perdeva l'occasione di farlo a tradimento. Poi, finalmente, ha svelato la sua indole e, mentre ero in bilico sulla scala a imbiancare il soffitto della cucina, si è infilato sotto il muretto del lavandino e ci ha pisciato.
Il vicino ci ha detto che era dei proprietari precedenti e noi, mossi da pietà cristiana, ci siamo inteneriti, l'abbiamo perdonato perchè in fondo segnava il suo territorio e l'abbiamo semi-accolto, comprandogli croccantini puzzolenti e facendogli le carezze quando si presentava l'occasione.
Renato è un bel gatto bianco e grigio, per niente denutrito nonostante mesi di stenti che ama la compagnia: dova vai lui viene, se ti chini lui arriva, miagola di continuo e, al mattino, te lo trovi davanti alla porta di casa, pronto per essere calpestato, che si crogiola al sole. Se è in vena si rotola, mostra la pancia come i cani, si fa fare pressochè di tutto.
Questo è quello che mostra alle persone che ci vengono a trovare.
Loro però non vedono veramente. Soprattutto non si fanno scrupoli a darmi dell'incivile. Io, vegetariana, che lascio un gatto al freddo nelle sere d'inverno. Eresia!
ma io gli animali li rispetto, mica li amo tutti per forza indifferentemente. Come le persone.
E renato mi è tremendamente scaduto molto in fretta. ho fatto i miei sforzi. L'ho fatto entrare in cucina quando c'era la neve, l'ho accarezzato, nutrito; alla fine dalla disperazione gli ho comprato la sabbietta e tutto quanto. Ma lui, dotato di palle, non molla. Gli piace pisciare, non c'è che dire. Ci prova gusto. Se entra in casa piscia, e lo fa anche fuori, ovunque. Tutta la casa è circondata da un alone di piscio. ha pisciato sulle persiane, sull'ombrello, sui ciclamini, sulla cesta delle tovaglie, su quella del bucato, sul frigo, sulle tendine in cucina, sul muro dentro e fuori casa.
Non ne posso più.
Volevamo abbandonarlo e ci hanno dato degli incivili.
Abbiamo tentato di regalarlo e ci hanno fatto sentire delle merde.
e quello, intanto, miagola e guarda. E si rotola, rufiano com'è. E ora che mi preparo a fare un orto, piscerà sulla verdura.

Come se continuasse a ricordare che questa è casa sua, non mia.
Prima o poi gli mollo una pisciatina tutto intorno alla casa. Poi vediamo che fa.

lunedì 1 febbraio 2010

Viva l'ammore

Duemiladieci, anno della tigre (mio segno nell'oroscopo cinese). Berlusconi scopre l'amore.
Berlusconi perdona o quasi.
Berlusconi ama il prossimo. Anche la prossima.
Berlusconi, attenzione attenzione, ha sogni, proprio come Martin luther King.
Berlusconi è super partes, così super che non pensa sia neanche il caso di presentarsi in tribunale. Lì, si sa, non vige la legge dell'amore.
Berlusconi ha trovato finalmente la strada della santità; forse ha un guru new age post yuppies che lo consiglia da un confessionale ad Arcore.
Forse lo sta indirizzando al mestiere di profeta.
Grazie a questo nuovo orientamento, Berlusconi consola.
Berlusconi rassicura.
Berlusconi predice.

Se non fosse più che paradossale invece di ridere piangerei.