venerdì 19 marzo 2010

animali a mezzanotte


Cosa si può fare all'una meno venti di venerdì sera, finito un film, senza sonno e con l'aria primaverile al naso nonostante un temporale e previsioni orribili per il weekend?

Le oche qui sotto starnazzano, mi accorgo ora di avere una molletta da bucato addosso senza aver fatto il bucato e non so che altro fare se non aspettare.
O anche scrivere.


Ho il terrazzo pieno di bulbi ed esperimenti botanici. Ho iniziato a zappare in giardino per seminare un po' di prato e fiori e sono rimasta con la schiena dura tutta la settimana.


Il gatto-renato è stato debellato definitivamente, con un semplice spruzzino opportunamente utilizzato al momento del suo passaggio. Ora quando mi vede tira dritto, pronto a riempire di botte tutti i gatti del vicinato.
Un po' voglia di avere un gattino mi è venuta, anche se preferirei un cane. L'altro giorno ho avuto per un pomeriggio un cucciolo in casa che è stato tutto il tempo davanti alla stufa a succhiarsi la zampa. L'avevo trovato sotto un cespuglio nell'orto, in cui nel frattempo ho trovato un pollaio, alberi di alloro e motozappe del '15-'18. Poi si è scoperto essere il gatto dei vicini, scappato forse dallo stronzo renato.
Nemmeno una tartaruga mi dispiacerebbe. Di terra, s'intende.

Anche una capra, visto che non ho nessuna intenzione di tagliare il prato. Sempre che venga su, visto che mi hanno venduto i semi scaduti.
Però poi magari mangerebbe anche i fiori e cadrei nel famoso dilemma "salvare capra e cavoli", dove la capra è una capra e i cavoli sono una metafora degli ortaggi in generale.
Insomma, il pensiero su che animale avere è incombente.

Ma poi lo so che arriverà M., che degli animali fa allegramente a meno, a farmi discorsi totalmente intortanti e convincenti sul fatto che gli animali devono essere liberi, che non si devono possedere, e poi come si sentono soli, e proprio io non dovrei volerli tenere costretti e blablabla, e alla fine mi convince.




Ecco, una casa per gli uccelli.
Quelli sono solo di passaggio.

O no?

lunedì 8 marzo 2010

Donne e de-cretini




Sto perdendo colpi. Ho fatto volare quasi un mese, con tutte le cose che avevo da scrivere.

Pazienza.

Da gennaio continuo ad andare al lavoro in treno, come ai vecchi tempi. Non è malaccio ma ultimamente scarseggiano i bei libri da leggere, nella mia libreria.

Da quando le giornate si sono allungate mi piace guardare fuori e basta. Il mare si vede poco, tra una galleria e l'altra, ma ultimamente curioso con più intensità tra le case schiacciate tra i binari e il mare. Spesso hanno piccoli, graziosi giardini pensili o terrazze improbabili. Sono umide, muschiose, ma hanno il loro fascino di cose vecchie e nascoste.


Sono stufa di protestare per le faccende politiche. Nell'aria, nel web, sui giornali si accumulano parole su parole e le cose non cambiano. E' così evidente, il re è così nudo che non ne posso più.

Ci vuole un miracolo, qualcosa di così grosso che faccia esplodere tutto senza che nessuno possa dire ma nè bah. Possibilmente non la fine del mondo.


Oggi è la festa della donna e, dopo anni di alzate di spalle, quest'anno ho sentito di nuovo il bisogno di festeggiarla. Le mie amiche purtroppo non ci sono e il mio desiderio di tornare ai vecchi otto marzo(parlo dei sedici-diciassette anni in cui giravamo col rametto di mimosa addosso e ci vedevamo la sera con scatole di biscotti bicolore e lasagne fatte in casa)resta tale.

C'è bisogno, ogni tanto, di chiuderci in un cerchio di vicinanza, comprensione, solidarietà. Non solo per ricordare l'evento che ha dato vita a questa festività, non solo perchè i diritti delle donne sono stati per secoli ignorati nè semplicemente perchè il miracolo della vita ha una dimensione femminile.

E' la complessità, che va rammentata. Le donne sono generalmente più complesse, e gli uomini lo sanno bene, perchè per loro spesso questo è una complicazione. Ma nella complessità c'è una serie di sfaccettature a volte indecifrabili per le donne stesse. C'è forza, fragilità, determinazione, umiltà, vanità, creatività, umanità.

Perciò fa bene, ogni tanto, alle donne, stare intorno a un tavolo, o strette, per la strada, insieme ad altre donne. Solo con il proprio genere non si sente il bisogno di spiegare la nebulosa di pensieri e fermento che ogni tanto ci prende. La festa della donna andrebbe celebrata in intimità e senza uomini - nemmeno quelli che si spogliano, per intenderci - .

Ma questa è ovviamente la mia personalissima idea.


Per finire, un jingle formulato sul treno delle 6 e 44 dedicato al felice periodo storico in cui tutti - uomini e donne - stiamo sguazzando.


Sei un killer latitante od un ladro recidivo?

hai fregato tanta gente però vuoi restar giulivo?

sta' tranquillo, su al potere

c'è chi fa proprio al tuo caso:

se gli doni il tuo sedere

ecco che, sotto il tuo naso,

ti prepara un de-cretino

su misura, e il malandrino,

ripulito in ogni canto,

con la legge torna...santo.