lunedì 27 settembre 2010

Paese mio

Venerdì sera io e M. siamo stati invitati alla riunione della pro loco del paese. Un invito ufficiale, da parte di un personaggio rilevante. Così, ci siamo andati. Ci siamo trovati ad ascoltare discorsi sui lavori del campo sportivo, sugli incassi della festa di settembre e sulla necessità di aiuti per la sagra delle caldarroste di domenica prossima. Era comne essere un po' parte della nuova realtà e un po' fuori luogo.
Il fatto è che mi sento sempre un'estranea. Da quando sono andata via da genova, sei anni fa, mi sono sentita una cittadina fuor d'acqua. Un atteggiamento un po' altezzoso, in effetti, ma non fa per me la beata ignoranza di campagna. Mi sta bene fare lavori duri, stare nei campi e imparare la saggezza contadina, ma quando torno a casa, pur circondata da fiori e alberi, mi piace crogiolarmi altezzosamente davanti al calore dei miei libri, tra le mie stampe poco convenzionali, nella tecnologia installata in casa, sul mio divano arancione comprato in città.

venerdì 24 settembre 2010

Psico attitudini


Psicopatici: io ne conosco, e tanti.
Credo di avere un lumino, un segnale, qualcosa che li attiri, giusto come la luce per gli insetti notturni. Perchè fin da giovanissima ci ho avuto a che fare continuamente.
Cominciamo con i maniaci dell'autobus: quelli che accerchiano, i feticisti dei piedi che si spalmano per terra a toccarti le scarpe infangate, quello che ti annusa la testa.
Una volta mi sono infatuata di uno che si è rivelato poi un pericolosissimo borderline, ma ormai era troppo tardi, ero invischiata.
Ho avuto insegnati psicopatici, ho incontrato alunni, genitori, ho avuto persino amici psicopatici, mio malgrado.
Perchè i matti mi parlano. Mi vedono e cominciano a parlare,e da lì non si scollano; mi trovano accogliente, tollerante e materna.
La follia, le ossessioni, le mono o pluri manie, le nevrosi, ansie, paranoie sfiorano quotidianamente la nostra vita.
Ecco, diciamo che la mia ne è un po' più che sfiorata. Più o meno investita.

domenica 19 settembre 2010

i capelli

Mai stata una fissata dell'acconciatura, nè una che cambia pettinatura spesso, anzi sono una conservatrice al limite della pedanteria.
Però sono una che si guarda in giro. per capire quello che mi può piacere guardo gli altri, prima delle vetrine. Per le scarpe, soprattutto, ma anche per dettagli come borse o cappotti.
Ultimamente ho deciso di cambiare qualcosa nella mia pettinatura. Un anno fa mio padre mi ha detto che alla mia età ormai non posso più tenere i capelli lunghi come un'adolescente (cretinata), ma qualcosa in me ha fatto click, anche se non voleva, ed eccomi a guardare in giro le pettinature e i tagli. Ne ho visti tanti ma non ce n'è uno che mi dica.
Ad un tratto mi ritorna alla memoria il viso di una bambina anni fa, ad un concerto di M. Ecco la mia pettinatura!! Certo, mi pareva strano che la copiassi da una persona adulta.
E' una specie di caschetto ma non corto, con davanti le punte più lunghe.
In un'afosa mattina d'estate decido che un parrucchiere non mi soddisferà mai e prendo le forbici.
Effettuare da sola questa operazione su di me mi dà un senso di onnipotenza, così procedo.
Da madonna addolorata il mio taglio diventa da persona più allegra, ma quello che ho creato non ha niente a che fare col caschetto.
Alle prime, nessuno si accorge che mi sono tagliata i capelli.
a quell'episodio ne sono seguiti altri. Dopo la doccia, da un mese a questa parte, mi dò un'aggiustatina con le forbici. Non è malaccio, anche se credo di stare cascando in un atteggiamento compulsivo come la signora di Edward mani di forbice. Nessuno ci fa ancora caso, però.
forse quando mi presenterò pelata mi diranno qualcosa, chi lo sa.

sabato 18 settembre 2010

Attese

Rieccoci. Domani si ricomincia.
Stanotte impiegherò il doppio del tempo per addormentarmi. Già adesso soffro di oscuri malesseri ignoti, o non soffro abbastanza per malesseri noti.
Ma, nervosismo a parte, sono piacevolmente ansiosa. Credo che non sia una sensazione molto diversa da quella che provano i bambini poco prima del primo giorno di scuola. Contenta di vedere i miei alunni, consapevole della futura stanchezza, delle inevitabili frustrazioni, preoccupata per le novità che mi sono state imposte, elettrizzata per le idee che mi sono venute di recente. Io, come tanti altri, appartengo a quella categoria di adulti che non smetteranno mai di andare a scuola, almeno non prima dei sessantacinque anni.
L'estate è stata lunga,ma ho l'impressione di non essermela goduta abbastanza. Vorrei ancora andare al mare, fare cose, uscire la sera. Le giornate sono tiepide e scopro per la prima volta da quando abito qui che la fine dell'estate in campagna è il momento più bello dell'anno.

Non mi resta che godermi questa ultima frizzante domenica mattina e far colazione con un'improbabile brioche dello spaccio del paese.