venerdì 30 dicembre 2011

La peggio Italia


I desideri di emigrazione che ogni tanto mi prendono non dipendono solo dalla crisi e dalla paura di non farcela, qualora le cose peggiorassero: è il confrontarsi con l'Italia degli imbecilli che mi sconvolge, ed è un evento almeno settimanale.
Ore 11,30: vado nel piccolo ufficio postale del mio sperduto paese per un paio di operazioni. Da qualche mese hanno messo allo sportello una specie di Fantozzi dotato di una mollezza incapace degna di sconforto. Ogni operazione vale almeno quindici minuti e non so come sia possibile che nessuno urli dall'insofferenza, ogni tanto, quando è in coda.
Sono già dovuta andarci l'altro ieri per pagare il gas, ci ero stata una mezz'ora, ma ieri è arrivata la bolletta del telefono e l'avviso della raccomandata con il risultato delle mie analisi, così eccomi di nuovo in quell'ufficio angusto, armata di tanta pazienza.
Arriva il mio turno dopo due persone e venti minuti di attesa e...la raccomandata non si trova. Semplicemente, non c'è. Il postino se l'è bevuta. Comincio a pensare che non se ne verrà a capo facilmente. Il tizio, dopo aver riflettuto sette minuti guardando nel vuoto, dice che dovrebbe esserci la tracciabilità e per un quarto d'ora smanetta col sito delle poste senza chiaramente sapere dove andare: ripete le stesse manovre quattro o cinque volte e non combina niente. Mossa da pietà, faccio passare una persona che aspettava e poi mi rivolgo al tizio allo sportello proponendogli di telefonare alla posta centrale. Prova e non rispondono, e devo insistere alzando un po' la voce per farlo provare un'altra volta. Ripete di continuo parole sconnesse, parla da solo e non capisco cosa stia dicendo. Mi infiammo un po', colpa della tiroide eh, e ci discuto per cinque minuti.
Alla fine pare che la busta sia da un'altra parte, ma non è sicuro, e dovrò provare domani.
Ore 12,40: arrivo a casa e provo a chiamare in ospedale per sapere se il dosaggio delle medicine è cambiato ed eventualmente prenotare la prossima visita. Dico che non si trova la raccomandata e, dopo aver risposto a varie domande degne della Gestapo, finalmente riesco a sapere l'esito. L'infermiera mi dice che, visto che le analisi erano di dicembre, dovrò ripetere la visita dopo due mesi, quindi - dice - tornare a marzo. A marzo? Ma a casa mia due mesi da dicembre sono a febbraio. Oltretutto le medicine le sto prendendo da un anno, e più di un anno non si potrebbe perchè sono dannose. Mi sento rispondere in modo stizzito: -ma signora c'è gente che le prende tutta la vita! -. Ovvamente si confonde con un'altra medicina, e glielo faccio notare, facendola finalmente zittire.
Poco tempo fa, alla visita col primario, mi sono sentita dire che il problema agli occhi che ho non dipende dalla tiroide ma forse -testuali parole - "E' un nervo scoperto da qualche parte", mentre lo sanno anche i cani che non è possibile.
M. dice che sono diffidente, che non mi piacciono i medici, ho sempre qualcosa de obiettare e non mi va mai bene nessuno. Sarò pure diffidente, ma è anche vero che sono - siamo tutti - in mano a una branca di imbecilli, dalle poste al supermercato ai medici agli insegnanti. Avrei un elenco di aneddoti sulla malasanità agghiacciante da raccontare.
Forse è un atteggiamento un po' fascista, ma perchè non si fa mai un bel ripulisti da uffici, scuole e ospedali quando ci si accorge che ci lavorano degli incapaci e, in alcuni casi, potenziali criminali occasionali colposi? Com'è possibile che l'istruzione e selezione lavorativa arrivi a far occupare delle sedie a gente pericolosamente inefficiente?
Domani torno in posta, ma vado a quella centrale a cercare la mia raccomandata. Chissà al toto-impiegato chi mi capiterà.

Il mio 2011


Normalmente non mi soffermo molto a fare bilanci d'anno, ma questo 2011 in via di conclusione è stato veramente denso di novità, belle e brutte, ma che l'hanno decisamente movimentato e ne hanno fatto, comunque, un anno importante.
Cos'è successo nel mio 2011? (Potrei chiamarlo: "Cose del 2011):
E' stato l'anno degli incidenti sul ghiaccio e delle malattie (macchina distrutta, una mano rotta, problemi alla tiroide);
l'anno delle trasformazioni (io sono ingrassata per le medicine, M. è dimagrito perchè ha fatto la dieta);
l'anno delle decisioni sofferte(di chiedere il trasferimento, di non fare le vacanze);
l'anno dell'autosufficienza (ho imparato a tagliare i capelli, ho riverniciato le persiane e dato il colore ai muri esterni di casa);
l'anno delle novità e dei nuovi inizi (abbiamo deciso di adottare un bambino, ci siamo sposati, ho iniziato a fare l'orto).

Cosa mi aspetto per il 2012? Di sviluppare i nuovi inizi e di aver finalmente imparato dalle lezioni del 2011.
Quest'anno staremo a casa: è la prima volta che lo passiamo qui da quando ci abitiamo, ed è l'ora di riappacificarci con questo posto che, almeno all'inizio, ci ha dato un sacco di grane.
Addio, 2011.
Sono pronta per un anno nuovo.

martedì 27 dicembre 2011

Vacanze in corso


Nonostante questo Natale sia stato molto più modesto (regali ridotti all'osso, molti fatti a mano), non siamo riusciti ad evitare un paio di strafogamenti dai parenti e una bevuta con gli amici (quella solo per M., io sono astemia), a cui abbiamo rimediato con qualche Maalox.
Ci siamo ritagliati una mattina, il 26, per fare una passeggiata nei dintorni, un giro esplorativo sulle colline-panettone scavate dal fiume chissà quante centinaia di anni fa. La giornata era bellissima, quasi trenta gradi al sole. Abbiamo scoperto sentieri nascosti, piccoli campi incolti, casette in pietra abbandonate. A M. è venuta voglia di insalata e così mi ha convinto a raccogliere con lui un po' di tarassaco - che lui non distingue dall'ortica -, che si è mangiato a pranzo, mentre io lo sputacchiavo perchè era amaro.
Il pomeriggio ci siamo accesi la stufa e, verso sera, un paio di musicisti imberbi sono venuti a trovarci e a far due note in casa, in cambio di un bicchiere di vino e un latte e cacao. E' la vita della moglie di un musicista: ascolti buona musica e sei a tratti sola e a tratti girovaga, ma soprattutto cucini e spignatti in caso di necessità.
Poi, alla sera, un concerto e una session in un bar gestito da un uomo comprensivo che non ha potuto dire di no a sei musicisti armati di strumenti.
Abbiamo fatto le due, ma stamattina io ho finalmente dormito fino alle dieci, pronta a cominciare a godermi le vacanze, mentre M. era già da un'ora a lavorare.

mercoledì 14 dicembre 2011

Cose di dicembre


piantine di spinaci
ago, filo e un sacchetto di lana
pantofole rosa antico
il gatto tra le coperte
la scoperta di un sentiero segreto
fiamme alte nella stufa
il buio, la mattina.