venerdì 14 gennaio 2022

Cosa sono io


In questi giorni in cui c'è un'alternanza, dentro la mia testa, di compressione e rivoluzione, mi capita spesso di chiedermi chi sono.

Sono quello che rappresento? In questo caso, una brava maestra, una persona cordiale, una madre e moglie, una vicina di casa? Una collega creativa e disponibile?

Sono quello che faccio? Una maestra elementare, una che si occupa (spesso in maniera trasandata) della casa, in modo più accurato della propria figlia?

Mi guardo allo specchio e penso a quello che mi disse una volta mia madre.

Che lei si sentiva sempre lei, lo stesso modo di pensare, di sentire, le stesse idee e percezione interiore di quando era ragazza. Poi si guardava allo specchio e c'era una signora di una certa età. Solo la pelle era cambiata.

Forse, dopo un po', non ci si guarda più veramente, allo specchio.

Ci si passa solo davanti più che altro per controllare che sia più o meno tutto a posto, ma non ci si studia più tanto, come quando si doveva imparare a conoscersi, controllare di poter piacere agli altri e a se stessi da ogni angolatura.

Ci si passa soltanto perchè non si ha più bisogno di tutto questo, ma anche perchè si ha paura, un po', di soffermarsi troppo e rischiare di non riconoscere più quella persona in cui ci si era identificate anni prima, quando conoscersi era l'obiettivo primario della nostra vita.

Il corpo è un contenitore e tale deve essere. Lucidato, curato sì, ma quello che siamo non è più lì, riflesso. 

Quindi, chi sono io.

Al momento, quello che sono non lo so; sono in divenire, come tutte le cose.

E se facessi qualcosa che spezzasse ogni idea che avevo di quello che sono? 


Al di là del mio aspetto, dei miei modi di fare, delle mie espressioni, delle rughe vecchie o nuove so che, in ogni caso, è necessario che per essere me stessa segua il flusso e il mio personale sentire.

Senza questo, senza fare quel che sento che in cuor mio è giusto, io non sono nessuno.