venerdì 3 agosto 2012

vacanze

Mai come quest'anno mi sono goduta così le vacanze; avevo un gran bisogno di rigenerarmi, riposarmi e curarmi. Qualche anno fa a questo punto sarei stata insofferente e impaziente di ricominciare a lavorare, mentre ora il solo pensiero mi sconforta. Malauguratamente, per motivi diversi le mie ferie non sono state del tutto riposanti, ma mi hanno permesso, finalmente, di apprezzarle. 
In questo periodo sto raccogliendo(e mangiando) soprattutto borlotti e pomodori, ma di recente ho scoperto diversi alberi di prugne gialle sotto la mia fascia di terreno e, inerpicandomi in mezzo ai rovi, sono riuscita a raccoglierne un paio di cestini. Non sentivo un sapore così da quando ero bambina, altro che prugne comprate! Anche le more sono comparse nel terreno e sto aspettando che i fiori di sambuco diventino frutti.
Con le prugne raccolte e, prima, le albicocche dell'albero dei miei suoceri, ho fatto marmellate sperimentali con pochissimo zucchero, cardamomo e pinoli; sono andata spesso al mare -lontano da qui solo cinque chilometri - a fare brevi ma frequenti bagni ristoratori, ho mangiato gelati al pistacchio e nocciola, seminato cavoli e finocchi coi miei nipoti e al pomeriggio, ogni tanto, mi sono concessa pesantissime dormite. Ho visto qualche bel posto seguendo M. che suonava e ho conosciuto qualche persona nuova e interessante.
L'estate non è ancora finita e, a dirla tutta, non è che mi senta ancora rigenerata: ne vengo da quasi tre anni difficilissimi e ci vuole ben più di un'estate per rimettersi. Sto facendo del mio meglio, però, e so che ne uscirò, in un modo o nell'altro, più forte.

Beh, anche più abbronzata :-)

venerdì 22 giugno 2012

Solstizio d'estate

Finalmente è arrivata l'estate: tre mesi abbondanti di sole, caldo e vacanze. Finalmente avrò un po' più di tempo per l'orto, per recuperare il sonno perso e per fare qualche lavoro extra, visto che tutti, marito compreso, mi sgridano perchè il mio orto è disordinato e pieno di erbacce(però produce, eccome!). Avendolo iniziato solo a novembre, ogni stagione porta qualche novità assoluta per me. Fino ad ora abbiamo mangiato piselli, insalata, ravanelli, aglio (appena raccolto), amarene (con cui ho appena fatto una buonissima marmellata con l'aggiunta di cannella e petali di rosa), spinaci, fragole, erbette e ho appena raccolto i primi zucchini. Il piccolo melo che ho trapiantato qualche mese fa ha fatto già una mela, mentre in fondo al terreno ho scovato un bel po' di alberi di susine selvatiche (o inselvatichite). In cantiere ci sono già carote, borlotti, melanzane, pomodori, sedano, due cetrioli, una zucca e peperoni. Senza dimenticare quello che la terra produce spontaneamente: menta per il tè, finocchietto, aglio ursino, piselli selvatici, alloro, luppolo... Avrei voluto iniziare con un orto sinergico ma richiedeva molto lavoro di preparazione e io avevo poco tempo, così seguo un po' le lune, la consociazione quando possibile, la rotazione e faccio la pacciamatura. Non ho mai usato altro che acqua come fertilizzante, il terreno pullula di lombrichi sotto e coccinelle sopra e nella preparazione della terra ho aggiunto solo un po' di cenere della stufa.
E' una soddisfazione impagabile guardare le verdure che crescono. Tra poco saremo quasi autosufficienti, almeno per quanto riguarda gli ortaggi.
Alla sera finalmente (con un po' di ritardo) si può mangiare sul terrazzo accompagnati dal gracidare delle rane e, se ci si affaccia, si resta ammaliati alla vista della campagna invasa dalle lucciole.

Non serve andare chissà dove in vacanza, quando si vive in un posto così.

lunedì 21 maggio 2012

Di gatti e orto

Una giornata piovosa come questa, in vacanza per ballottaggio nella scuola dove insegno, chiusa in casa e perdipiù con gli stivali rotti, non può che suggerire qualche riflessione e bilancio.
Era l'autunno del 2009 quando mi sono trasferita con M. in questa casa. La decisione è stata un parto e, per lungo tempo, abbiamo pensato che sia stata l'inizio di una catena di eventi nefasti (insomma, ci eravamo quasi pentiti di averla presa); la richiesta del mutuo mi ha esaurito e i problemi non erano finiti: ci aspettavano difficoltà a non finire come lavori più lunghi e dispendiosi del previsto, niente riscaldamento per mesi, un vicino psicopatico che ci ha reso la vita impossibile, problemi legali con lui, problemi alla casa. Passare alla vita in campagna nella stagione fredda, poi, non ha facilitato le cose. L'inverno è lungo in questo ambiente, e fare i conti di botto col freddo, l'umidità e il rumore del fiume in piena hanno aumentato l'asperità dell'esperienza.
Nel frattempo ci eravamo quasi arenati di fronte all'idea che non avremmo avuto figli: dopo anni di tentativi, non succedeva niente e queste sono esperienze che solo chi ci è passato, per quanto si vivano molto personalmente, può capire.
Nel giro di un anno e mezzo mi sono spaccata una caviglia, un polso e ho avuto un incidente con la macchina sul ghiaccio, andando al lavoro. La macchina l'ho distrutta ma fortunatamente non mi sono fatta niente e, viste le premesse, era già tanto.
Per parecchio tempo quelli che erano stati i miei obiettivi (una scelta di vita più naturale, la pace della campagna, il benessere, dei bambini, un orto)si sono allontanati sempre più. All'inizio ha dominato l'impazienza, poi la disperazione. Per finire, quando sembrava che le cose si stessero un po' assestando, ho scoperto di essermi ammalata di una malattia autoimmune. La ciliegina sulla torta: la disperazione della mente si era rivolta contro il mio fisico.
Tutti i messaggi che fino a quel momento gli eventi e il mio corpo stesso mi avevano inviato non erano bastati. Ci voleva una cosa del genere per fare in modo che mi sedessi e cominciassi a mettere il mio benessere come priorità numero uno nella lista. E' stato allora che ho iniziato a riprendere lo yoga, fare la pace con quelli che ritenevo la causa dei miei problemi, dare tempo al tempo. Non ho rinunciato ai miei obiettivi, ma ho fatto un esercizio di pazienza, senza perdere le speranze ma allo stesso tempo abbandonando la fretta che avevo prima. Nel frattempo una gattina bianca e nera, che prima viveva dai vicini di dietro con altri gatti, ha deciso di venire a vivere da noi. All'inizio non la volevo, preferivo evitare la responsabilità, ma lei ha tenuto duro ed è rimasta. Pippi è diventata la mia ombra: mi segue ovunque vada, mi scalda nelle serate d'inverno e mi aiuta tutt'oggi a metabolizzare le difficoltà.
Dopo più di due anni dall'acquisto della casa, piano piano sono riuscita, con un po' di aiuto, a ripulire la terra adiacente alla casa da metri e metri di rovi, ferraglia, spazzatura. A novembre abbiamo completato l'opera e finalmente ho iniziato a realizzare uno dei miei sogni: coltivare un orto. Passare il tempo nella terra, al sole, zappare, fare sostegni con le canne, trapiantare e seminare, ma soprattutto raccogliere le verdure autoprodotte e mangiarle è stato un vero miracolo, ma soprattutto una terapia. Terapia di pazienza, speranza, movimento, crescita, consapevolezza.
Ora, a maggio del 2012, guardo dalla finestra su cui dorme la Pippi e vedo una fascia un po' selvatica ma in cui crescono piselli, aglio, spinaci, carote, pomodori, insalata, fragole, ravanelli, amarene, un ulivo. Tra un paio d'anni, con un po' di fortuna, gli alberi che abbiamo trapiantato saranno carichi di albicocche, mele e prugne. Non credo che le difficoltà siano finite, anzi, ma se l'attenzione al benessere sarà sempre vigile non faranno più male del dovuto.
Visto che il bambino non arrivava, abbiamo deciso di adottarlo e ora siamo in attesa di avere l'idoneità dal tribunale dei minori. L'esercizio di pazienza però ha funzionato e ci godiamo senza ansia, serenamente, questi ultimi anni da coppia, facendo ogni tanto allenamento mentale e progetti da genitori.
La vita mi ha insegnato che attribuire la propria serenità al raggiungimento di obiettivi è il modo migliore per fallire. E' il proprio benessere che va perseguito, terreno indispensabile per resistere agli attacchi che la vita può infliggere.

lunedì 7 maggio 2012

Di nuovo nel sentiero segreto

Visto che, per le elezioni, le scuole sono chiuse, oggi sono in vacanza. Dopo un paio di ponti trascorsi in casa, sotto l'acqua e con la stufa accesa, stamattina non credevo ai miei occhi quando ho visto il cielo terso, azzurro. Non mi ricordavo nemmeno di come fosse, una bella giornata.
Dopo le pulizie di primavera (purtroppo necessarie), mi metto il mio bel paio di scarpe da ginnastica nuove decisa a fare una passeggiata. Vista l'ora tarda, decido di scendere qui sotto, passando per il sentiero nascosto fra le canne e, magari, guadare un po' il fiume. Così mi avventuro, facendo attenzione a non scivolare e...meraviglia delle meraviglie!! Il mio percorso è un brulicare di vita e un'esplosione di fiori. Menta, pratoline, papaveri, alberi di nocciolo, rosa canina, albicocco, finocchietto, pisello selvatico, luppolo, altri fiori sconosciuti. Raccolgo un po' di aglio ursino e metto da parte un po' di canne secche per il ritorno e proseguo il cammino. Mentre mi accorgo che il fiume è così pieno d'acqua da non poter essere, ahimè, guadato, mi attraversa la strada, sul canale, un bel rospo, che si tuffa poi nell'acqua. Mi sembra di essere Alice nel paese delle meraviglie e di aver visto il bianconiglio. Raccolgo una foglia gigante a pelo d'acqua e la uso a mo' di ombrello. Mi godo la brezza e il sole finchè, finalmente, le mie scarpette (non rosse) decidono di ricondurmi sulla strada di casa.
Per oggi, grazie a questa scorpacciata di fiabe e poesia, la mia parte bambina può dirsi soddisfatta.

mercoledì 2 maggio 2012

Da un fastidio in gola

Da un paio di giorni mi ritrovo con un senso di fastidio in gola, come se dopo mangiato le cose mi rimanessero incastrate in una tonsilla. Dai e dai, hai voglia a tossire: non ne esce niente. Così oggi, dopo pranzo, convinta a tirare fuori un pezzo di mela o qualsiasi cosa si fosse infilata in qualche oscura piega orale, mi dirigo in bagno con un cotton fioc. Così scopro una bollicina e mi metto a stuzzicarla provocandomi persino alcuni conati poco piacevoli. La situazione non migliora, anzi: ora il fastidio diventa bruciore; in sintesi, ho fatto un disastro.
Il fatto è che da due mesi e mezzo sono a dieta. Dopo un inizio brioso e una strada lastricata di successi, comincio a sentire i morsi della fame e la mancanza di dolci, pizza, pancia piena e vita sociale e culinaria libera e priva di limiti. I limiti me li sono imposti da sola, ma ora mi trovo imprigionata nelle maglie della mia stessa tela. Volevo riuscire ad abbassare la soglia di appetibilità di certi cibi ma non ci sono riuscita, evidentemente: forse mi sono limitata troppo.
Neanche a farlo apposta, mi s'insinua in testa un'idea malsana: magari a furia di mangiare mi passerà questo fastidio in gola e, chissà, la bolla forse se ne andrà.
Ma cosa posso mangiare? Ho appena terminato la mia pasta integrale, pomodori quasi sconditi e una mela...ma sì, opterò per un paio di dietetiche gallette di riso soffiato. Certo che...forse un po' passa. E se fossero due biscotti? In fondo è da un po' che non ne mangio. E giù con biscotti, crackers, mandorle, sesamo, gocce di cioccolata. In freezer c'è una salsina al cacao fatta per un pranzo con amici un paio di settimane fa in cui li ho guardati mangiare goduriosi canestrelli affogati nel cioccolato...mi ricordo che dicevano: "povera Giulia"...e io: " ma no, non patisco mica!"...Adesso mi chiedo: sarà buona fredda?...
La provo. Un po' dura, ma che buona! E dire che  non mi piaceva nemmeno, il fondente. Da quant'è che non mangiavo cioccolato? Tre mesi?
Mentre mangio, mi si piega il cucchiaino, così ne prendo uno in ceramica e...mi si spacca in tre pezzi, sparandosi sul mio labbro inferiore e facendomi venire un bel ciocco sanguinolento.
Ci metto il ghiaccio e continuo a mangiare. Ma che sono diventata, bulimica? Intanto mi viene in mente che ho da correggere le verifiche di geografia. Mi metto al lavoro e avanzo -col cucchiaio grosso, stavolta-; com'è lucida la mente con la pancia piena! Tutta un'altra cosa! Mentre elaboro questo concetto edificante, mi cade una goccia di salsa sulla verifica di Mathias.

All'ennesima cucchiaiata, mi rendo conto che il fondente, effettivamente, continua a non piacermi, così termino la mia abbuffata e finisco di correggere le verifiche.

Mi sento bene, benissimo. Nessun senso di colpa, nessun senso di nausea, solo un profondo senso di appagamento. Ci voleva proprio.

Solo che, mannaggia, la bolla laggiù c'è sempre, e mi dà sempre fastidio.
E adesso?

martedì 10 aprile 2012

Chi è chi?


E' successo qualcosa che mi ha fatto allontanare per un po' dal blog. Non me l'aspettavo da me, ma l'ho fatto. Mi sono iscritta a Facebook.
L'ho sempre odiato, io. L'ho sempre criticato, sono sempre stata sospettosa nei confronti di questo succhia-identità. Solo che a un certo punto M. l'ha fatto (e per lui ha più senso, visto che ha un sacco di contatti per il lavoro e la musica) e in quel momento mi sembrava divertente, così mi sono fatta convincere.
Da quest'esperienza ho desunto le seguenti conclusioni:
1. Può essere una droga, se non hai un forte equilibrio psichico diventa deleterio;
2. Gli effettivi "amici" quasi mai lo sono, è gente con cui hai poco da dirti; nel mio caso, poi, le mie più care amiche non sono iscritte;
3. In giro per fb ci sono un sacco di segaioli mentali ed esibizionisti;
4. Manca il senso critico vero e proprio; dietro a una parvenza di criticità spesso c'è un atteggiamento pecoresco.
Così, dopo un po' ho cominciato a provare un senso di soffocamento dato dal fatto che metti tutto in piazza, sei visibile a tutti e quindi non sei mai completamente onesto.

Quindi, pur usando facebook per piccole cose e continuando ad usarlo (a dir la verità soprattutto per comunicazioni veloci con mio marito, al posto degli sms), mi sono resa conto che mi mancava la scrittura vera, sincera, in cui io sono io e non sono poi così visibile.
Per questo tengo separato il mio profilo con nome e cognome dal mio blog.

Quella è la strada, mentre qui mi sento a casa.

domenica 29 gennaio 2012

Dentro e fuori

Dentro

Il fuoco che balla nella stufa
Bulbi fioriti e nuovi germogli
La caffettiera che fischia
Il gatto sul calorifero
Libri sul tavolo
Profumi esotici

Fuori

L'orto imbiancato
fiocchi danzanti
aria pungente
il termometro che scende
una pianta abbattuta
rintocchi sordi di campana




sabato 28 gennaio 2012

I giorni della merla


Eccomi di nuovo bloccata a casa da un portentoso raffreddore e dalla pioggia.
Passo ore su internet a cercare idee per il nuovo incubo di M., ma è il mio nuovo interesse: vorrei avere un pollaio. Costruirlo sarebbe meglio, ma se non ci riuscissi lo cercherò in vendita. Lo spazio c'è e vorrei dedicargliene un po', per poter far razzolare le galline. Me le immagino già: saranno due, e saranno galline felici, domestiche, che moriranno di vecchiaia. Ho già deciso i nomi: Pina e Giovanna. Non mi dispiacerebbe anche un gallo, per essere svegliata al mattino e per svegliare il vicino.
Guardo fuori per vedere se nevica, ma non si vede niente. Solo il picchiettare della pioggia sul tetto della veranda. Penso al mio aglio e ai piselli già spuntati.
Non mi dispiaceva l'inverno anomalo, a me. Cominciavo a credere che sarebbe stato sempre così.

domenica 22 gennaio 2012

Cose di gennaio


Odore di primavera.
Voglia di soul.
Viole mammole in giardino.
La Pippi sulle ciabatte.
Piatti colmi di zuppa.

La poesia di un libro.

Presentimenti.
Uno scialle azzurro.

martedì 3 gennaio 2012

Sì, viaggiare......


Eccoci qua. Finalmente M. riesce a prendersi un po' di ferie, finalmente abbiamo la possibilità di andare in vacanza, la tredicesima è arrivata, due soldini da parte dei suoceri, ed eccole lì, in agguato, le ansie e preoccupazioni che rendono tutto più complicato.
Tanto per cominciare, la meta. Dove andiamo? A Londra? Non ci siamo mai stati insieme. Certo che costa tanto il volo, eh. A Napoli? Potrebbe essere bello, ma in macchina è un po' lunga. A Venezia? Ma se fa un freddo cane! E poi ci sono già stata...E poi con chi? Da soli o in compagnia?
Viaggiare è la mia passione, ma la partenza mi mette l'ansia. E se moriamo? Certo, meglio insieme che da soli, però vorrei vivere ancora un po'...
Siamo lì lì per decidere per Londra, sono in fase di digestione dell'ansia da aereo ed ecco mi balugina un altro pensiero. Come facciamo con la Pippi?? Sì, è vero, se proprio in crisi va dal vicino, in fondo viveva lì prima, ma ultimamente è sempre in casa, esce poco, ormai ha i suoi ritmi, ci dorme sui piedi, ci cerca, ci parla, ci porta anche i topi morti per ringraziarci...
Il pensiero della Pippi che miagola fuori dalla finestra della camera da letto per quattro notti mi fa spezzare il cuore. E se qualcuno la rapisce? E se le prende dagli altri gatti tutto il tempo? E se si avventura fino alla strada e finisce sotto una macchina?
Come farò a godermi una vacanza con queste ansie?
Attacco a rimuginare e rimuginare, litigo anche con M., che non ne può più. E penso che non sono per niente easy. Lo sembro eh, lo sembro proprio, ma sono la tipica donna dell'immaginario maschile: problematica e rompiballe. Penserà che l'abbia fregato, con questo fare leggero che sembravo avere i primi tempi.

Pazienza. Comunque, si va. Sono quasi euforica. Dove e come, non si sa.
Magari, però, facciamo tre notti e non quattro, giusto per la Pippi...