sabato 7 maggio 2011

Svolte



La crisalide sulla porta di casa si è schiusa, forse ieri, forse stanotte. L'ho trovata ancora lì, ma disabitata.
Domani mi sposo con M.
Non ne avevamo intenzione in realtà, stavamo benissimo così, ma vogliamo adottare un bambino e per farlo bisogna essere sposati.
Così, nel giro di poco più di un mese, ci siamo - poco - preparati per farlo nel modo più silenzioso ed anticonvenzionale possibile: pochissime persone, anelli che non sembrano fedi, un non-vestito da matrimonio, rosso e grigio, niente addio al nubilato o celibato, niente fiori, nessuna lista nozze o fotografi, niente sposi o scritte sulla torta, ricevimento o ristorante(mangiamo qualcosa nel giardino dei suoceri). I capelli li ho tagliati io ad entrambi.
Domattina mi farò da sola un mazzo di rose e margherite prese dal giardino e poi le regalerò alla mia unica amica che non è sposata.
Subito dopo mangiato partiamo per una settimana in
Sicilia con un bagaglio a mano ridottissimo. Poi M. ha dei concerti e io la gita coi bambini e lo spettacolo da preparare.
Insomma, tutto normale, tranquillo, un po' in sordina. Un evento da assimilare al quotidiano.
Eppure, qualcosa comincia a fremere. Mentre M. prepara i bagagli, mi dice che comincia a venirgli l'ansia; mentre raccolgo le pratoline(che, noto, hanno un odore simile alla pipì, credo opterò per un fiore kitsch di plastica) e provo a fissarle in testa con delle forcine, comincio ad avere un vago pizzicore alla ghiandola pineale. O forse è il cervelletto.
Detesto essere al centro dell'attenzione, non l'avrei detto a nessuno, nemmeno ai miei, ma la notizia si è propagata come un'onda anomala.
Non so come sarà sposarsi, ma ho come il sentore che non mi sarà così indifferente come pensavo.

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