
La crisalide sulla porta di casa si è schiusa, forse ieri, forse stanotte. L'ho trovata ancora lì, ma disabitata.
Domani mi sposo con M.
Non ne avevamo intenzione in realtà, stavamo benissimo così, ma vogliamo adottare un bambino e per farlo bisogna essere sposati.
Così, nel giro di poco più di un mese, ci siamo - poco - preparati per farlo nel modo più silenzioso ed anticonvenzionale possibile: pochissime persone, anelli che non sembrano fedi, un non-vestito da matrimonio, rosso e grigio, niente addio al nubilato o celibato, niente fiori, nessuna lista nozze o fotografi, niente sposi o scritte sulla torta, ricevimento o ristorante(mangiamo qualcosa nel giardino dei suoceri). I capelli li ho tagliati io ad entrambi.
Domattina mi farò da sola un mazzo di rose e margherite prese dal giardino e poi le regalerò alla mia unica amica che non è sposata.
Subito dopo mangiato partiamo per una settimana in
Sicilia con un bagaglio a mano ridottissimo. Poi M. ha dei concerti e io la gita coi bambini e lo spettacolo da preparare.
Insomma, tutto normale, tranquillo, un po' in sordina. Un evento da assimilare al quotidiano.
Eppure, qualcosa comincia a fremere. Mentre M. prepara i bagagli, mi dice che comincia a venirgli l'ansia; mentre raccolgo le pratoline(che, noto, hanno un odore simile alla pipì, credo opterò per un fiore kitsch di plastica) e provo a fissarle in testa con delle forcine, comincio ad avere un vago pizzicore alla ghiandola pineale. O forse è il cervelletto.
Detesto essere al centro dell'attenzione, non l'avrei detto a nessuno, nemmeno ai miei, ma la notizia si è propagata come un'onda anomala.
Non so come sarà sposarsi, ma ho come il sentore che non mi sarà così indifferente come pensavo.
Domani mi sposo con M.
Non ne avevamo intenzione in realtà, stavamo benissimo così, ma vogliamo adottare un bambino e per farlo bisogna essere sposati.
Così, nel giro di poco più di un mese, ci siamo - poco - preparati per farlo nel modo più silenzioso ed anticonvenzionale possibile: pochissime persone, anelli che non sembrano fedi, un non-vestito da matrimonio, rosso e grigio, niente addio al nubilato o celibato, niente fiori, nessuna lista nozze o fotografi, niente sposi o scritte sulla torta, ricevimento o ristorante(mangiamo qualcosa nel giardino dei suoceri). I capelli li ho tagliati io ad entrambi.
Domattina mi farò da sola un mazzo di rose e margherite prese dal giardino e poi le regalerò alla mia unica amica che non è sposata.
Subito dopo mangiato partiamo per una settimana in
Sicilia con un bagaglio a mano ridottissimo. Poi M. ha dei concerti e io la gita coi bambini e lo spettacolo da preparare.
Insomma, tutto normale, tranquillo, un po' in sordina. Un evento da assimilare al quotidiano.
Eppure, qualcosa comincia a fremere. Mentre M. prepara i bagagli, mi dice che comincia a venirgli l'ansia; mentre raccolgo le pratoline(che, noto, hanno un odore simile alla pipì, credo opterò per un fiore kitsch di plastica) e provo a fissarle in testa con delle forcine, comincio ad avere un vago pizzicore alla ghiandola pineale. O forse è il cervelletto.
Detesto essere al centro dell'attenzione, non l'avrei detto a nessuno, nemmeno ai miei, ma la notizia si è propagata come un'onda anomala.
Non so come sarà sposarsi, ma ho come il sentore che non mi sarà così indifferente come pensavo.
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