lunedì 8 marzo 2010

Donne e de-cretini




Sto perdendo colpi. Ho fatto volare quasi un mese, con tutte le cose che avevo da scrivere.

Pazienza.

Da gennaio continuo ad andare al lavoro in treno, come ai vecchi tempi. Non è malaccio ma ultimamente scarseggiano i bei libri da leggere, nella mia libreria.

Da quando le giornate si sono allungate mi piace guardare fuori e basta. Il mare si vede poco, tra una galleria e l'altra, ma ultimamente curioso con più intensità tra le case schiacciate tra i binari e il mare. Spesso hanno piccoli, graziosi giardini pensili o terrazze improbabili. Sono umide, muschiose, ma hanno il loro fascino di cose vecchie e nascoste.


Sono stufa di protestare per le faccende politiche. Nell'aria, nel web, sui giornali si accumulano parole su parole e le cose non cambiano. E' così evidente, il re è così nudo che non ne posso più.

Ci vuole un miracolo, qualcosa di così grosso che faccia esplodere tutto senza che nessuno possa dire ma nè bah. Possibilmente non la fine del mondo.


Oggi è la festa della donna e, dopo anni di alzate di spalle, quest'anno ho sentito di nuovo il bisogno di festeggiarla. Le mie amiche purtroppo non ci sono e il mio desiderio di tornare ai vecchi otto marzo(parlo dei sedici-diciassette anni in cui giravamo col rametto di mimosa addosso e ci vedevamo la sera con scatole di biscotti bicolore e lasagne fatte in casa)resta tale.

C'è bisogno, ogni tanto, di chiuderci in un cerchio di vicinanza, comprensione, solidarietà. Non solo per ricordare l'evento che ha dato vita a questa festività, non solo perchè i diritti delle donne sono stati per secoli ignorati nè semplicemente perchè il miracolo della vita ha una dimensione femminile.

E' la complessità, che va rammentata. Le donne sono generalmente più complesse, e gli uomini lo sanno bene, perchè per loro spesso questo è una complicazione. Ma nella complessità c'è una serie di sfaccettature a volte indecifrabili per le donne stesse. C'è forza, fragilità, determinazione, umiltà, vanità, creatività, umanità.

Perciò fa bene, ogni tanto, alle donne, stare intorno a un tavolo, o strette, per la strada, insieme ad altre donne. Solo con il proprio genere non si sente il bisogno di spiegare la nebulosa di pensieri e fermento che ogni tanto ci prende. La festa della donna andrebbe celebrata in intimità e senza uomini - nemmeno quelli che si spogliano, per intenderci - .

Ma questa è ovviamente la mia personalissima idea.


Per finire, un jingle formulato sul treno delle 6 e 44 dedicato al felice periodo storico in cui tutti - uomini e donne - stiamo sguazzando.


Sei un killer latitante od un ladro recidivo?

hai fregato tanta gente però vuoi restar giulivo?

sta' tranquillo, su al potere

c'è chi fa proprio al tuo caso:

se gli doni il tuo sedere

ecco che, sotto il tuo naso,

ti prepara un de-cretino

su misura, e il malandrino,

ripulito in ogni canto,

con la legge torna...santo.






2 commenti:

  1. Da tanti anni ho lasciato la mia città per avvicinarmi al mio compagno ed una delle cose che più mi mancano è proprio la presenza delle mie amiche: sì, ci sentiamo per telefono, appena posso ritorno e ci ritroviamo ma non è proprio la stessa cosa. Nel frattempo - come è logico - ho conosciuto altre persone ma le mie amiche-amiche erano e sono insostituibili...
    :-)
    Grazie per il tuo post e per il tocco finale!
    E buon 8 marzo, naturalmente.

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  2. Eh, già, la situazione è proprio la stessa. Cosa non si fa per questi uomini...:-)
    Però io, ostinata, continuo a lavorare nella mia città d'origine. Ho lasciato famiglia e amiche ma mi tengo ancora strette le mie colleghe ;-)
    Buon 8 marzo a te (pure oggi, che non fa male)

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