martedì 13 settembre 2011

il controllo


Sono una delle persone più brave che conosca ad avere il controllo della situazione.
Gestisco più stimoli contemporaneamente, parlo al telefono mentre faccio da mangiare e intanto guardo il tg e magari impreco per le notizie del giorno. Segno sulla lavagnetta in casa quello che manca nel momento in cui finisce, mi segno tutto sul calendario e mi ricordo tutto quello che c'è da fare sia a casa che al lavoro. In classe riesco a spiegare mentre compilo il registro e nel frattempo riesco a scovare con sguardo d'aquila quelli che parlano o copiano nei banchi in fondo.
Programmo le lezioni la domenica per tutta la settimana e raramente vado al supermercato senza la lista della spesa.Sono estremamente previdente e faccio i bagagli per un viaggio una settimana prima della partenza. Sono brava ed efficiente senza strafare. Spesso mi avanza un sacco di tempo libero che gestisco autonomamente e ciò non è malaccio.

La mia capacità gestionale non finisce qui. Sono anche campionessa del controllo delle emozioni.
Quando, da ragazzina, un tipo strafatto ha fermato me e i miei amici in un parco minacciandoci di riempirci di botte io l'ho redarguito freddamente senza battere ciglio. Ho riso in faccia a un ex fidanzato quando, dopo un anno dalla separazione, mi ha confessato di avermi tradito. La mia migliore amica mi ha visto piangere per la prima volta dopo quasi trent'anni di vita e amicizia. Ho gestito con diplomazia i litigi dei mie genitori per tutta l'infanzia e a vent'anni, davanti alla morte di mio nonno, crollato per un infarto davanti ai miei occhi, non ho versato una lacrima in pubblico, pensando solo a rasserenare mia nonna.

Il risultato di questo fantastico autocontrollo è che se, malauguratamente, si crea una crepa nella bolla, si liberano d'improvviso delle autentiche cateratte e il contenuto si riversa prepotentemente su tutto quello che c'è intorno. E' così che ho pianto solo dopo il funerale della mia bisnonna, in un momento in cui non c'era nulla da piangere; che ho pianto più volte di felicità arrivando in posti incantevoli e che, ancora adesso, mi apro in un pianto liberatorio quando mi lascio andare veramente con M.
Lasciarsi andare è meraviglioso, ma appare pericoloso per chi sa come trattenere ma non tirare il freno dopo che qualcosa è già uscito. Forse è il carattere, forse sono il vissuto e la storia personale, ma quel che so è che nei periodi in cui mi sento piagnucolosa e mi commuovo di niente qualcosa dentro di me dice che è tutto ok: sono solo le lacrime che non ho versato per anni.

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