giovedì 8 agosto 2013

preamboli di rivoluzioni

Cicale che friniscono, la ratatouille sul fuoco, caldo afgano, la Pippi che dorme sulla ghiacciaia. Sembra un giorno d'estate come un altro, e invece no. Certe rivoluzioni esplodono da un momento all'altro, in mezzo al silenzio(o quasi).
Pochi giorni fa qualcosa ha già iniziato a rivoluzionare la mia vita e quella di M., anzi, per la precisione ci ha investito con la delicatezza di un treno: inaspettatamente, dopo quasi otto anni di presunta infertilità, quando stavamo per firmare i documenti per dare l'incarico all'ente per le adozioni internazionali e attendevamo la chiamata del tribunale dei minori per la nazionale, ho scoperto di essere incinta. 
Non sto a raccontare le emozioni, la situazione assurda e la concomitanza di eventi che sembra averci condotti a questa cosa: non voglio che questo blog sia il diario di una gravidanza. E poi non si sa come e se andrà. Quel che è certo è che, al di là delle paure(un miliardo), dello stordimento, del dispiacere, in qualche modo, per aver, almeno per ora, abbandonato la strada dell'adozione (e, in qualche modo, un bambino da qualche parte che  sarebbe stato nostro figlio), dell'euforia (non dormo più di quattro ore per notte e M. mi guarda come se fossi nuova e di vetro), la nostra vita ha preso una via nuova. Non si sa dove ci porterà e, se saremo così fortunati da riuscire a portare a termine questa gravidanza, faremo comunque tesoro del percorso, difficile ma utilissimo, che abbiamo fatto in questi anni.
Canmmino per strada come se custodissi un segreto ma l'idea che tra un po' il mio corpo sarà oggetto di tante attenzioni non mi esalta granchè. Da un lato avrei preferito l'essere alla pari con M.: l'adozione ti dà questa possibilità, mentre ora sarò io a portare la responsabilità maggiore. Però è successo, e non possiamo che vederlo come una benedizione.

Non lo sa ancora nessuno, a parte pochi intimi o non intimi ma che si sono trovati sulla nostra strada al momento di apprendere la notizia, e tra questi non ci sono neanche i genitori. Aspetteremo ancora un po', prima che il mondo ci travolga e che il cambiamento appaia, per la presenza di testimoni, evidente e reale.

Nel frattempo, ho un assoluto bisogno di continuare a vivere come prima, fare le cose di prima (tanto è vacanza)per sentirmi sempre io; per far mio questo percorso, questa esperienza, questa metamorfosi globale in modo consapevole, senza sentire di dover impersonare un ruolo predefinito. 
Per quanto immagino che cambierò, cambieremo, cercheremo di farlo, come sempre, in modo personale e "nostro", come abbiamo affrontato ogni aspetto della nostra vita e ogni scelta fin'ora.

Intanto, fuori, le cicale continuano a frinire. La ratatouille è quasi pronta e nell'orto urge un intervento: bisogna preparare la terra per i cavoli!!

2 commenti:

  1. "Evviva" posso dirlo???... e poi ti dico un'altra cosa... stai vivendo tutto in maniera super-giusta :)

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  2. Grazie Miss Meletta!!

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