martedì 24 settembre 2013

Diversa

Lo so, un po' sono diversa. Ma solo nel senso che faccio scelte non così consuete, ho idee non così consuete, ma non è che viva fuori dal mondo o sia una pazza radicale integralista. 
Così, rieccomi a rodermi il fegato perchè nel 2013 continuo a sentirmi dire che dovrei mangiare, da incinta, una bella bistecca (mia suocera, e chi se no?). Che del parto in casa non se ne parla perchè è troppo rischioso, che bisogna dare la carne ai bambini nello svezzamento (questo è M.). Che devo smettere di lavorare subito perchè non sono più una ragazzina (colleghe e conoscenti). E già sento che sarà una lotta, una lotta continua, costante e dura, che peraltro è già iniziata. Contro pregiudizi, preconcetti, idee vetuste. La gravidanza è uno stato speciale, ma non è una malattia. E ogni donna, possibilmente col suo partner a fianco, ha diritto di gestirla come si sente. Stessa cosa per l'educazione dei figli.  
Eppure tutte le scelte che ho fatto fin'ora per la mia salute, la mia vita e il mio lavoro sono state sensatissime ed equilibrate, giuste. Dettate dal ragionamento ma anche da un profondissimo sesto senso. Se non avessi rifiutato di fare la terapia allo iodio radioattivo programmata per il giugno scorso, col cavolo che sarei qua a parlare di gravidanza.
Così mi ritrovo a buttare via in blocco un pacco regalo che mi hanno dato quando sono andata in ospedale a fare un'ecografia. Giornali di pubblicità pieni di luoghi comuni sulla maternità con facce di neonati ripresi in sguardi ammiccanti. Prodotti, dépliant e omaggi Chicco, Napisan e via dicendo. Davanti alle foto dei trio, ammassi di catafalchi pesantissimi per portare i bambini per strada per quattro o cinque mesi, mi viene l'orticaria.
So che qualche concessione ai luoghi comuni dovrò farla, prima o poi. Che nel guardaroba del mio bambino senz'altro comparirà qualche vestito made in China regalato da un parente. Che non è detto che riuscirò ad essere fedele a me stessa e ai miei principi, proprio perchè non sarò la sola a fare le scelte, questa volta. 
Ma finchè potrò, porterò avanti la mia personale bandiera anti bimbo-marketing, anti culle, carrozzine, vestiti firmati, eccessi di giocattoli, pannolini usa e getta e carne allo svezzamento. Pro fascia, allattamento, gravidanza vissuta naturalmente e, magari, parto in casa, che ancora è visto come roba da medioevo. M. non mi spaventa. E' solo ansioso, e mi ama. Ha imparato a capirmi, e fidarsi, con un po' di pazienza da parte di tutti e due. Questo mi basta.

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