sabato 24 luglio 2010

Gnam

Il mio pasto preferito è la colazione.
Farei colazione a pranzo e a cena. persino a colazione.
D'estate mi piace farla in terrazzo, ma presto, quando in giro non c'è nessuno e il sole non ha ancora fatto capolino. Io non bevo caffé, non mi piace, quindi vado di té freddo a litri, succo di frutta ghiacciato, pane burro e marmellata o miele, yogurt, magari brioche, se M. scende a comprarla, ma capitava a Savona; adesso dovrebbe fare 5 chilometri per trovare un panettiere, quindi si mangia solo al bar.
D'inverno l'odore delle brioches nei bar al mattino presto mi mette la nausea; se le mangio a casa invece è diverso.
Mi piacciono le brioches al cioccolato, quelle vuote e alla crema. Quelle alla marmellata mi schifano.
Il dolce sul dolce mi schifa, come i biscotti con la marmellata. La panna mi schifa, specialmente se non accompagnata.
D'inverno c'è la colazione dei giorni feriali e quella dei festivi. Quando lavoro e mi sveglio alle sei meno un quarto la colazione fa schifo: tre biscotti e succo caldo, pure di fretta. In quei momenti la colazione non è più il mio pasto preferito.
Nei festivi e quando entro tardi a scuola faccio la colazione come dovrebbe essere: seduta, con calma, impiego circa un'ora per il mio té con biscotti. Ne puccio tanti da far finire il tè.
Latte non ne bevo, ma occasionalmente faccio un caffelatte con poco caffé. Devo avere proprio tanta, tanta fame.

Non mi dispiace la colazione al bar, ma preferisco di gran lunga farla a casa e in compagnia. Non c'è niente di meglio, nella giornata, di quella mezz'ora in cui, in imbambolata contemplazione di una tazza, riprendo lentamente i contatti col mondo.


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