giovedì 22 luglio 2010

Una finestra sul non so che

La tv pullula di trasmissioni e telefilm in cui donne ancora giovani vedono comparire davanti ai loro occhi fantasmi di morti ammazzati e non, oppure assistono ad avvenimenti inverosimili. Forse le protagoniste sono donne perchè la maggior parte degli uomini si dimostra più razionale, pratico. Il famoso sesto senso esiste, se non altro per ragioni evolutive. Si tratta di avere un poì di orecchio, oppure occhi aperti per ricevere informazioni non razionalmente esplicabili, almeno non subito. Una predisposizione che porta a guardare cogliendo aspetti differenti.
Oggi la questione evolutiva c'entra relativamente: credo che questa attitudine dipenda in parte dall'educazione. Avere intorno adulti che accettano la possibilità dell'esistenza di qualcosa che non può essere spiegato con il comune raziocinio aiuta. Aiuta anche non superare del tutto l'infanzia, età in cui tutto questo è naturale.
Io non so chi e che cosa mi abbia portato a questo, ma io sono una di quelle.
Non vedo morti ammazzati, per carità, ma nella mia vita fin'ora ho collezionato una serie di aneddoti assurdi che mi diverto a raccontare nelle sere d'inverno.

Per esempio, ieri notte mentre tornavo a casa ho quasi investito una specie di armadillo. L'ho guardato bene, ero sicura, anche se M., che guidava la macchina davanti alla mia, sostiene che fosse un cane. A me non cambia le cose, perchè sono sicura che lui non l'abbia ossrvato attentamente.
Da bambina ho visto - almeno, così ricordo - il fantasma della mia bisnonna nel corridoio, in piedi, con la camicia da notte e una candela in mano.
La vista non mi ha spaventata, in fondo era in casa sua.

Sono convinta che le assurdità che mi capita di vedere una spiegazione, almeno la maggior parte, ce l'abbiano. Il fatto è che non ho bisogno di saperlo. Un mondo con animali inverosimili che passeggiano per la strada di casa o parenti defunti che si fanno vedere di tanto in tanto è molto più ricco e interessante di uno che contiene solo fatti scontati e logici.

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