domenica 25 luglio 2010

Matrimoni

Ieri io e M. siamo stati ad un matrimonio di amici. Corteo con i motorini, un gran casino e lo sposo portato su un'ape perchè gli si è rotta la vespa.
Mi piace andare ai matrimoni di amici, e ad oggi se ne sono sposati un bel po'. Ho fatto due volte la testimone e uno la damigella, di azzurro vestita.
Questa volta abbiamo conosciuto dei ragazzi molto simpatici, così ci abbiamo anche guadagnato due nuovi amici. Mi ricordo che una volta un vicino di tavolo si è presentato come don Giovanni, così ho pensato a una battuta e gli ho fatto una sonora risata in faccia. Peccato che fosse un prete.

Insomma, ai matrimoni in genere mi diverto.
Noi, invece, conviviamo.
So che sposarsi per moltissime donne è un coronamento d'amore, il giorno più bello della vita o quasi. Per la maggior parte è un traguardo, un obiettivo.
Per me no. E non ho avuto genitori separati o modelli che mi abbiano fatto perdere la fiducia nell'istituzione. Non ne sento la necessità. Lo trovo inutile, visto che vivo come se fossi sposata: conto in comune, casa comprata insieme, suoceri e nipoti e parenti tutti.Diventa necessario nella nostra società solo perchè la nostra società è strutturata male, perchè non tutela chi non si sposa.
Eppure la mia migliore amica sostiene che con il matrimonio qualcosa cambia. Ci si dà un po' più per scontati, dice, mentre nella convivenza ognuno è potenzialmente libero, sceglie di stare con l'altro ogni giorno.
Mah. Io se penso di stare al centro dell'attenzione per una giornata intera, agghindata di tutto punto ho un attacco di claustrofobia, mi viene da scappare. E poi il pensiero dei parenti, degli invitati non graditi, delle cose "che vanno fatte" mi dà l'allergia.
In fondo in fondo io predico bene e razzolo male, lo so: come quella volta che ho detto che non volevo festeggiare san valentino, ma quando M. se n'è dimenticato ed è arrivato due ore in ritardo me la sono presa.

Non è che non mi voglia sposare mai, ecco. L'idea di celebrare l'amore è bellissima. Ma trovo difficile se non impossibile che le cose, nel caso ci si decida, vadano come voglio io, così lascio stare.

Te lo immagini un matrimonio in comune, magari con rito indù, con quattro invitati a testa, il vestito di tutti i giorni e un rinfresco nel mio giardino con torte salate fatte in casa?

2 commenti:

  1. Complimenti per il tuo blog,cara Giulia. Chry

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  2. grazie chry, appena posso faccio un salto sul tuo :-)

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