mercoledì 2 novembre 2011

Di piselli, fragole e castagne


Rieccomi a meditare sulla crisi. La questione è: devo prendermi i soldi che ho in banca e metterli sotto il materasso adesso, perchè poi sarà troppo tardi? Reinvestire il valore della casa in oro? Qui non c'è tanto da scherzare, e la nostra sorte continua ad essere in mano a ipocriti e fannulloni.

Nel frattempo, ho iniziato a fare l'orto. Finalmente, dopo due anni di lotte contro sterpi e spazzatura, ho seminato i piselli e iniziato a fare una staccionata con i vecchi tronchi trovati nel terreno. Dovrò cambiare il profilo del blog.
Il mio modo di reagire alla crisi è zappare, insomma, e meditare tra un seme e l'altro se emigrare o restare e produrre da me quello che mangerò nei prossimi cinque- dieci anni.
Ieri abbiamo fatto una passeggiata nel bosco e ho preso una ventina di piante di fragole, così abbiamo la frutta garantita per un mese in primavera. M. ha raccolto una cinquantina di castagne, di cui 10 circa non bacate o marce. Ottimo per un aperitivo frugale.

Non di soli piselli vive l'uomo, e neanche la donna. Ma magari tra quelli del raccolto ce ne sarà uno che, seminato in piena carestia, dia origine a una bella pianta come quella di Jack e il fagiolo magico, e si riesca ad emigrare in un batter d'occhio nel regno dei cieli.

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