sabato 12 novembre 2011

La fine del mondo


Ieri sera, dopo un'accesa discussione con amici sul disastro economico dell'Italia, la crisi di molti paesi d'Europa, l'alluvione a Genova e i cambiamenti climatici, mi sono messa a sfogliare il giornale comprato al mattino.
Ad un tratto ho cominciato a pensare: e se davvero fosse l'inizio della fine? Se davvero il mondo fosse giunto al suo tramonto?
Ed ecco che le prospettive cambierebbero drasticamente: che ce ne faremmo degli articoli di giornale, delle recensioni, dei libri, dei nuovi film usciti al cinema, della musica, della immensa cultura umana? Dei programmi tv, della presenza incombente della De filippi, delle mostre d'arte, dei progetti per il futuro, delle lezioni in classe e di tutto il resto? Persino il mio percorso verso l'adozione si interromperebbe, sciogliendosi come neve al sole. Tutto svanirebbe nel nulla e niente avrebbe più importanza, perlomeno niente di quello che adesso sembra averne così tanta.
Una prospettiva agghiacciante di umanità che cadrebbe in un abisso di ansia, disperazione, misticismo, forse aggressività e, infine, oblio.
Non so, effettivamente, a quale tipo di catastrofe mi riferisca. Non so se sia un'improbabile - ma pur possibile - fine del genere umano, una crisi economica, una crisi energetica o un paio di queste messe insieme. Forse, mentre da questa parte del mondo tutto crolla, dall'altra tutto si ricostruisce.
Di fatto, qualcosa sta comunque per finire e finirà. E' più probabile che si debba abbandonare una serie di certezze e riorganizzare la propria esistenza su punti di riferimento nuovi e mettendo in opera risorse differenti. Forse dovremo imparare a vivere senza più la tranquillità del denaro, della sicurezza economica - anche se mi chiedo: quando c'è mai stata? - , ma anche di quella fisica. Non ci sentiremo e non saremo, d'ora in poi, più al sicuro tra le mura delle nostre case.
Forse, per stare più sereni, dovremo vivere in comunità con altre persone. La vicinanza, il comune sentire, ci daranno la consapevolezza che, qualsiasi alluvione, crollo economico, tifone o catastrofe arrivino, finchè esisterà il genere umano resterà la vera risorsa di cui non si può fare a meno, la condivisione tra persone e il reciproco riconoscimento. Senza tutto questo, non ci saremmo forse nemmeno evoluti.

Quel che è certo è che dobbiamo cominciare a cambiare prospettive e modo di vivere, e stavolta non è un proposito per il futuro, ma un imperativo imminente come lo sono adesso la stabilità politica e le dimissioni di Berlusconi.
La fine del mondo ci sarà, è già iniziata e, se non sarà, come spero, l'estinzione dell'umanità, corrisponderà alla fine del mondo come lo conosciamo noi: un posto tutto sommato sicuro e complesso in cui è possibile affogare con la nostra inedia e demandare la maggior parte di mansioni ad altri, pieno di certezze ma anche di isolamenti. Possiamo già prepararci a dire addio a questo tipo di mondo.
Così concludo e mi faccio l'ultima domanda, a cui non c'è ancora risposta:
tutto questo sarà davvero un male?

4 commenti:

  1. Non ti so rispondere, mi spiace non poterti aiutare. Vivo ondeggiando tra i mondi, laddove sono vicini come pieghe di una coperta. Sinceramente sento meno questo mondo 'reale' rispetto all altro, quindi non offro pensieri all'attualità, alla fine dell uomo, e tutto il resto, ma comprendo i tuoi dubbi.

    Sono contenta di averti ispirato con il mio blog e che tu sia passata a farmi un saluto.
    Intanto grazie
    e tanta buona sorte per l'adozione.
    un abbraccio
    la Zia Artemisia

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  2. da poco ho finito di leggere "La fine del mondo storto " di Mauro Corona con un quadro apocalittico ha descritto la fine del mondo tecnologico,con un finale pressochè deludente poichè l'umanità dopo essersi salvata in exstremis ha rincominciato.....
    penso che l'umanità ha bisogno di ritrovare una dimensione in armonia con la natura, ma ho paura che nessuno vuole rinunciare alle comodità moderne Gio
    Sarebbe un mondo da sogno vivere in armonia

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  3. Quando il Buddha stava camminando con la sua assemblea indicò la
    terra con la sua mano e disse: “ Questo è un buon posto per costruirci un tempio.“
    Indra prese allora un filo d’erba e lo piantò nella terra e disse : “ Il tempio è stato costruito “
    Il Buddha sorrise.

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  4. Grazie a tutte e tre per i vostri preziosi contributi e per l'ispirazione :-)

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