giovedì 9 aprile 2009

rettifica


Rettifico. Sono già scocciata di vedere giornalisti che si intrufolano nelle tende dei poveri sfollati, che ripetono e ripetono le prime scene del post-terremoto, intervistano bambini contenti di non andare a scuola e che incensano Berlusconi per il suo lavoro di missionario e benefattore. Basta. Non se ne può più. Nemmeno del colonnello Giuliacci che parla ammiccante del tempo in Abruzzo e delle trasmissioni Mifaccioicazzideglialtri piene di conduttori fintamente commossi. Vorrei sapere, ad esempio, cosa c'è andata a fare la Gelmini. Se non avessero versato già tutte le loro lacrime e speso tutte le energie l'avrebbero presa a sassate. Forse è andata lì per questo.
Che smettano con le immagini e le cazzate retoriche e facciano qualcosa, trovino i responsabili di costruzioni e speculazioni edilizie e si muovano a ricostruire.
Viva l'azione efficace, chirurgica e giusta. Abbasso il blablabla.

3 commenti:

  1. Usano il dramma come un palcoscenico.

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  2. E' la stampa, bellezza, si dice. A me (che sono del giro) fa schifo. Mi son sempre rifiutata di intervistare i morti (come lo chiamo io) ma ti giuro che c'è gente (vista con i miei occhi) che non vive per altro. Blah.

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  3. E chi lo fa di solito ha l'aspetto (o, perlomeno lo sguardo)viscido e strisciante, chissà perchè.

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