martedì 7 aprile 2009

Solo piangere


Per una volta l'invasività, la prepotenza dei mezzi di comunicazione di massa sono stati -almeno per un po' - utili e in qualche caso umili. E' vero, sono pronta a scagliarmi costantemente contro la freddezza e la capacità di essere inopportuni e di parte dei giornalisti, ma questa volta l'informazione era necessaria.
Era necessario ed efficace vedere le immagini dei crolli, degli sfollati, sentire il pianto di un cronista.
Finalmente il giornalismo ha svolto la sua doppia funzione: quella di informare e quella di far provare vicinanza degli esseri umani nei confronti di esseri umani. Si chiama compassione, o anche empatia. Certo, è più facile sentirsi vicini e simili ai terremotati abruzzesi che alle popolazioni della Nigeria o del sud est asiatico, ma questo ci dovrebbe far capire che ogni tragedia è una tragedia, in quanto umana. Può capitare a tutti. I morti vicini sono più simili e magari più cari, ma sono morti come gli altri.
Questo non ci deve mettere paura, però, in preda ad assurdi allarmismi, ma far provare maggiore comprensione e solidarietà, visibile anche con gesti concreti. Solo allora la funzione del giornalismo è davvero riuscita.

Tra qualche giorno riprenderanno le speculazioni politiche, le accuse, la ricerca di responsabilità. Spero che, però, le coscienze che si sono risvegliate rimangano vigili.

Terremoto: i morti sono 179
Continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che ha devastato la zona dell'Aquila. I feriti sono oltre 1500, circa 70 mila gli sfollati. Disperso ex nazionale Under 19 di rugby. Altre scosse nella mattinata di oggi: l'ultima è stata avvertita anche a Roma

Un edificio crollato in Abruzzo, colpito nella notte da un terremoto di 5,8 della scala Richter. Ansa
L'AQUILA, 6 aprile 2009 - Una forte scossa di terremoto, 5,8 gradi della scala Richter, ha scosso alle 3.32 di questa notte tutto il centro Italia. L'epicentro in Abruzzo, non distante da L'Aquila. Il bilancio al momento è di 179 morti e migliaia di feriti. Centinaia di edifici sono crollati (parzialmente o del tutto), mentre gli sfollati potrebbero essere circa 70 mila. La situazione dei soccorsi è resa più difficile dalle continue scosse di assestamento, che rischiano di far crollare gli edifici già danneggiati.

Scossa di magnitudo 7,3 a Papua, nell'est. Ieri la terra aveva già tremato

Forte terremoto in Indonesia
Quattro morti, decine di feriti



GIACARTA - Almeno quattro persone sono morte e decine sono rimaste ferite a causa di una serie di forti scosse sismiche che hanno colpito il nord dell'isola di Papua, nell'est dell'Indonesia.

Intanto, il ministero della Salute indonesiano sta facendo il bilancio delle vittime e si contano i danni. Tra i morti, quattro, c'è anche una bambina di dieci anni. I feriti sono almeno una decina. Il portavoce della protezione civile indonesiana, Priyadi Kardono, ha detto che alcuni edifici sono rimasti danneggiati e che l'area è rimasta senza corrente elettrica. Il capo della polizia di Papua ha riferito che a Manokwari un hotel è in parte crollato e un magazzino per il riso è andato distrutto. Non si sa se ci siano vittime.

Sono state ore di paura nel Paese asiatico, che il 26 dicembre del 2004 fu colpito dal terremoto e dallo tsunami che uccise circa 230mila persone.

(4 gennaio 2009)

Terremoto Perù: Protezione civile, oltre 330 i morti

16 agosto 2007
È salito a 330 il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Perù. Il bilancio è destinato ad aumentare Lo ha riferito l’agenzia nazionale di Protezione civile.

06/10/2008 09:10
KYRGYZSTAN
Terremoto in Kyrgyzstan, più di 60 morti e un villaggio raso al suolo

Si cercano ancora i feriti a Nura, villaggio al confine fra Kyrgyzstan e Cina, distrutto dal sisma di magnitudo 6.6 che ha colpito ieri sera l’Asia centrale. La scossa è stata avvertita anche in Tajikistan, Uzbekistan e Cina, dove si sono registrati danni di lieve entità.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – È di più di 60 morti il bilancio ancora provvisorio del terremoto di magnitudo 6,6 che, domenica sera alle 21.52 ora locale (le 16.52 in Italia), ha devastato il Kyrgyzstan. Fra le zone più colpite dal sisma la provincia meridionale di Osh, al confine con la Cina, dove si cercano ancora i feriti (al momento 50) e comincia la conta dei danni, con interi edifici rasi al suolo.

Le squadre di soccorso sono ancora all’opera in cerca di sopravvissuti, rimasti sepolti sotto le macerie delle case crollate. Critica la situazione a Nura, villaggio sperduto sulle montagne nei pressi del confine fra Kyrgyzstan e Cina, elemento che complica ulteriormente le operazioni dei soccorritori. Il villaggio è stato letteralmente raso al suolo, si contano 50 feriti e 128 case andate distrutte: “La scena era impressionante – riferisce Kamchybek Tashiyev, Ministro per le emergenze e la protezione civile – non è rimasto in piedi nulla e sono moltissimi i feriti”.

L’area è spesso teatro di terremoti dalla portata devastante: nel 1966 la capitale dell’Uzbekistan, Tashkent, è stata colpita da una scossa di magnitudo 7,5 che ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa. Lo scorso agosto una scossa del sesto grado della scala Richter ha colpito la capitale uzbeka, ma non si sono registrati morti o feriti.

(...)


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