martedì 4 maggio 2010

Pioggia rock

Piove ancora, di nuovo, e pioverà tutta la settimana.
Sono stufa di aspettare che la bella stagione arrivi in modo un po' più definitivo, così ho deciso di far finta di niente. Mi accontento di essere riuscita, alla fine, almeno a spegnere i caloriferi.
Oggi, nonostante questo tentativo di nonchalance, resterò probabilmente chiusa in casa: la mia andatura lenta mi farebbe arrivare in un luogo chiuso ormai fradicia. tuttavia la primavera è arrivata, io sono fresca di riposo forzato e le energie, seppur solo potenziali, non mi mancano.
Avrei voglia di ascoltare un po' di rock.

Vado in salotto e comincio a scrutare le centinaia di cd appesi al muro. Musica classica. Musica etnica. Musica irlandese. Musica irlandese. Musica jazz. Ancora musica irlandese.
Poi, una piccola sezione di pop ormai vecchio e poco interessante.
Rimpiango le cassette che sono rimaste dai miei. Nella mia fase rock-metallara e poi post sessantottina e settantottina avevo raccolto un discreto numero di classici del genere. Ma, ahimè, l'era nuova è arrivata e noi, sebbene dotati di giradischi (ma i dischi di vinile che abbiamo sono quasi solo di blues), non abbiamo il mangiacassette.
Vivere con un musicista è un privilegio; se si escludono le numerose assenze serali ed estive per la tournée, si conoscono musiche e persone interessanti, si sta immersi in un brodo di sentimenti e cultura quotidiano e ogni anno in casa abbiamo ospiti dalla verde irlanda.
Peccato che spesso i musicisti curino e conoscano bene la musica del loro genere, ma non mostrino di essere molto aperti agli altri.
Così, niente rock. Il rock va ascoltato con il volume giusto; sarà pure, in certe sue espressioni, più semplice e magari assordante di altre musiche, ma è pura esplosione di energia adrenalinica.

Ricorrerò alla rete, allora. Mi basta un rock modesto, per ora, sentimentale.
Poi si vedrà.

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