mercoledì 19 novembre 2008

Il mio parto


Quest'anno mi sono decisa e, oltre ad occuparmi del laboratorio informatico della scuola in cui insegno, ho accettato di "costruire" la biblioteca. Ho riordinato i libri che c'erano dentro buttati alla rinfusa, li ho registrati su dei quaderni, ho assegnato dei codici, diviso i volumi in sezioni, fatto le etichette (ho chiesto di avere quelle autoadesive ma la scuola -udite udite - non ha i soldi) e le ho attaccate con colla e scotch.
Ora, all'alba della venticinquesima ora circa passata da topo di biblioteca, posso dire di aver quasi terminato. Mancano dei libri, i cartelloni alle pareti e le etichette negli scaffali, ma ce l'ho quasi fatta. Sono fiera di me. Quando il prestito potrà decollare, ho deciso che farò una festa e inviterò i bambini e le altre maestre.
A quel punto il mio lavoro sarà terminato ma, per quanto lungo e faticoso, ci ho provato un gran gusto.
Lo so, tornerò.
Controllerò che tutto funzioni.
Preparerò qualche nuovo cartellone.
Forse comprerò persino dei libri.

E poi ci chiamano fannulloni. Di ore me ne pagano venti.
Se c'è la passione - ma basta il senso di responsabilità - non c'è nessun fannullone.
Che senso di responsabilità sentirà Brunetta, e nei confronti di chi?

2 commenti:

  1. Anonimo21.11.08

    Al povero Brunetta non deve parer vero, quello che gli sta accadendo, Giulia.
    Hai presente il giudice di cui cantava De André?
    Ecco. Stessa roba.

    COSA VUOL DIRE AVERE UN METRO E MEZZO DI STATURA...

    Tic

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  2. Non mi par vero di come gli italiani non riescano a trovare alieno e paradossale l'avere al governo personaggi che sono caricature di se stessi. Quando Brunetta parla, sembra che imiti Crozza mentre a sua volta lo imita.

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