lunedì 22 dicembre 2008

L'età della disillusione (2)


Lo ammetto, ho esagerato.
La verità è che faccio fatica a crescere. Non è la sindrome di peter pan, ma ho dei ricordi nitidi e molto positivi dell'infanzia e staccarmene non è stato facile.
Credo sia doveroso, a questo punto, per risollevare il tono del post precedente, fare un elenco delle cose per me positive dell'età adulta.
1. Al primo posto metterei la possibilità di scegliere, in tutti i sensi.
Quand'ero bambina (fino alle medie, età in cui oggi le ragazzine sembrano adolescenti) chi si occupava di me sceglieva quasi tutto in mia vece: cibo, giochi, vestiti, vacanze. Non ho mai fatto richiesta di un piatto specifico, sotto l'albero trovavo quasi solo sorprese e fino a tredici anni alla sera trovavo sulla sedia vestiti scelti e pronti per l'indomani. Oggi non si fa più così: si danno grandi capacità di scelta ai bambini (direi troppe); il mio, però, era quasi un caso estremo.
Beh, con l'adolescenza mi sono rifatta, sostituendo, per ripicca, i vestiti a fiori sempre tendenti al giallo e al rosso che mi comprava mia madre con stracci neri da metallara. A diciassette anni ho fatto la mia prima vacanza da sola e a 20 ho iniziato a cucinarmi quello che volevo. Ma è stato con l'età adulta che ho davvero provato consapevolmente, seriamente gusto a scegliere. Ho scelto con puro godimento le stoviglie per la casa, i mobili, le coperte, le mete delle vacanze; ho scelto di diventare vegetariana, come fare l'albero di natale, come cucinare il riso, di non essere una maniaca dell'ordine e di non stirare le lenzuola. Ho scelto anche un uomo, prima che lui scegliesse me.
2. Al secondo posto metterei qualcosa che non ci si aspetterebbe: il piacere di ricrearsi, ricostruendo una famiglia, un nucleo - che sia di due o più elementi - in un altro posto e con un'altra persona rispetto alla famiglia d'origine. Nella vita adulta si creano legami a due che sono potenzialmente una ricostruzione del nido. E' probabilmente un piacere genetico per me, nato solo quando era maturo e pronto; niente mi riempie di calore come l'idea che ovunque vada sono parte di un nucleo familiare.
Vorrei dei figli, questo sì. Mai mi sarei aspettata di avere il desiderio di maternità. Trovo che una coppia che non abbia figli rischi di diventare sterile, ripiegata su se stessa. Una coppia deve essere aperta verso l'esterno: questo è il mio parere. Il desiderio di maternità, semplicemente, è nato quando ho trovato che dentro di me c'era amore sufficiente per qualcun altro.
3. Al terzo, la serenità. Quando mi guardo in giro camminando per la strada vedo orde di ragazzini vestiti in modo assurdo, ma tendenzialmente tutti uguali. Pieni di complessi e ansia di essere accettati dai loro pari, passano gran parte del loro tempo e dei pensieri a curare questo aspetto della loro vita. E' quando ci si libera dalle ansie da prestazione e apparenza sociale che si raggiunge un po' di pace. L'età adulta lo permette; basta rispettare quelle minime norme relative al buongusto e ci si può comportare e vestire come ci si sente. Ancora fino a qualche anno fa mi sentivo nel passaggio tra un'adolescente e una donna, ancora vulnerabile agli sguardi e alle osservazioni degli altri. Crescere e diventare una donna è stato guadagnare una distanza giusta da adolescenti e anziani, che permetesse, in caso di desiderio o necessità, di avvicinarsi serenamente ad entrambi.

Ognuno di questi fattori positivi ha il suo altro lato della medaglia: scelgo ma mi porto dietro un'eredità di abitudini familiari impossibili da sradicare; essere parte di una nuova famiglia limita le mie scelte e fa sì che debba sottostare a dei compromessi e la serenità è spesso guastata, perchè l'età più matura non dà a tutti il dono dell'imperturbabilità. Ma sono elementi di poco conto, paragonati a certi piaceri che solo con l'essere adulti si possono conquistare.

Nessun commento:

Posta un commento