In questi giorni di fermento (e non parlo di latticini) mi viene da pensare quanto poco basti, perchè le cose succedano senza che nessuno faccia abbastanza.
Noi italiani siamo specialisti in questo: eccelsi nell'arte della lamentela (non parliamo poi dei liguri, sottoscritta compresa), ma un po' meno nella protesta costruttiva, efficace, e nella capacità di osservare le cose con apertura e lungimiranza.
Forse ipnotizzati dalle illusioni televisive, siamo capaci di indignarci lì per lì per ingiustizie più o meno grandi e poi spegnere il telecomando e il cervello e dedicarci alla nostra piccolezza esistenziale senza più pensieri sui massimi sistemi. C'è bisogno di eventi colossali per smuovere la coscienza di tanti che la pensano in modo simile, ma non hanno la capacità di uscire allo scoperto e mettersi in moto; il problema è che certi eventi colossali, prima di esplodere, fanno tanti piccoli passi, ed è lì che bisogna fermarli. Mi riferisco ad un sacco di avvenimenti, dal collassamento degli ecosistemi del pianeta terra alle guerre, ma in particolare ai passi antidemocratici che questo governo sta facendo. Eppure ce l'ha messo la maggioranza degli italiani lì dov'è. Ora qualcuno che l'ha votato fa marcia indietro, ma la responsabilità è in gran parte loro.
Dov'era la coscienza degli italiani quando il signor Innominabile veniva chiamato in giudizio per il processo Previti? Quando faceva campagna elettorale a colpi di cerone e doppiopetto, tutto fumo e niente arrosto?
L'italietta era stravaccata sul divano davanti alla tv, a fumarsi sogni di gloria e ricchezza, status symbols e soldi e a farsi delle belle lampade per migliorare la bella presenza richiesta dall'etichetta della persona di successo.
La responsabilità, purtroppo, è anche della pseudo sinistra, o di quello che ne è rimasto, perchè gli anti-valori trionfano dove c'è del vuoto, l'assenza o la corruzione dei veri valori etici. Mafia docet.
Della coscienza nata nel dopoguerra non è rimasta che un'ombra: non abbiamo imparato niente, abbiamo cominciato a credere nelle favole e questo è il risultato.
La guerra, le dittature, i contrasti civili e politici gravi sono il castigo non divino, ma storico, per la mollezza della consapevolezza, l'incapacità di reagire, l'assuefazione accidiosa.
Non è mai troppo tardi. Che ognuno faccia qualcosa. Con la penna, con le parole, con l'azione, con la diffusione della conoscenza dei fatti. Non stancarsi mai, non abituarsi alle condizioni sfavorevoli, alla violenza, ai soprusi, alla violazione dei diritti, neanche quando sembra che queste cose non ci tocchino.
Non sono molto ottimista, purtroppo.